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"La grande magia" di Luca de Filippo

Al Teatro San Ferdinando, Luca de Filippo ha portato in scena “La Grande Magia”, opera scritta ed interpretata dal padre Eduardo nel 1948.
Una sala gremita con il pubblico incantato dalla metamorfosi che l’attore ha saputo dare alla sequenza dei tre atti, calandosi nel personaggio, indossando un’eccellente maschera degna della commedia che ha interpretato, con il risultato di conquistare da subito l’attenzione e il plauso dell’intera platea. Ottima la mimica, i colori, i costumi e le scene di tutti i personaggi, ognuno ha recitato la parte con spirito, passione e determinazione in ogni loro piccolo gesto.


La commedia di Eduardo all’epoca non ebbe molto successo, forse troppo abituato a delle commedie eduardiane di natura comica e meno ad opere più vicine a tematiche pirandelliane.

Luca invece, ha saputo mediare tra l’amaro e il dolce, tra la satira e il dramma, combinando queste due effusioni umoristiche al punto di inviare un messaggio più semplice, ha concesso al pubblico quello che poteva essere sfuggito nell’opera del grande Eduardo. Un’opera rivisitata e apprezzata anche per il suo contenuto morale, Luca è riuscito a realizzare nel profondo il suo disegno, non solo di cimentarsi nei panni del personaggio principale, ovvero di Otto Marvuglia, un prestigiatore e mago illusionista dai trucchi dozzinali, allestendo spettacoli per sopravvivere, ma entrando nella concezione e mentalità dell’uomo, che spesso si accontenta di vivere nelle illusioni che la vita partorisce, negando la sua posizione attuale, adorando la mera ipocrisia e dando credito e per scontato che tutto si dissolve in un gioco psicologico che prima o poi tende a svanire.

In pratica l’uomo vede e finge di non vedere, sa ma finge di non sapere, in altri termini potremmo così dire: “ L’illusione è una delle più grandi qualità dell’uomo”.
In conclusione, quest’opera di Eduardo, resterà comunque un baluardo per quello che lui definiva in forma eloquente “l’arte della commedia”, che Luca ha fatto rivivere in essa momenti di speranza, ed attraverso di lui possiamo confermare in maniera lapidaria che: “Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male”.
Agostino Tortora
26 ottobre 2012

 

 

Articolo pubblicato nell'ambito del Laboratorio di Giornalismo

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