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da Legno Storto:

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A star is born

Quarantuno anni dopo Corrado Barazzutti, l’Italia è di nuovo presente nelle ATP Finals per merito di Matteo Berrettini, numero otto del mondo. A Londra il tennista romano ha la grande occasione di coronare il suo splendido 2019.

Per descrivere la formidabile ascesa di Matteo Berrettini, il cui ottavo posto nel Ranking ATP rappresenta la terza miglior classifica per un tennista italiano dal 1973 (anno d’introduzione del sistema di calcolo computerizzato) a oggi, si potrebbe far riferimento a Giovanni Verga e al suo “Ciclo dei Vinti”, un insieme di romanzi in cui il maggior esponente del Verismo italiano tratta il tema della lotta per la sopravvivenza.

The king of tennis is not dead

Roger Federer batte dopo cinque emozionanti set Rafa Nadal e conquista l’Australian Open, a quasi cinque anni di distanza dalla precedente affermazione in un torneo dello Slam.

1.666: ecco i giorni passati dall’ultimo successo di Roger Federer in uno Slam. Da Wimbledon 2012 all’Australian Open 2017. Nel mezzo oltre quattro anni di infortuni, difficoltà, incomprensioni e la scomoda etichetta di giocatore ormai finito. Federer ha avuto l’umiltà di ripartire da zero dopo un 2016 disastroso, concluso anzitempo il 26 luglio con la dolorosa rinuncia all’Olimpiade di Rio a causa degli infortuni alla schiena e al ginocchio. Problemi che lo hanno costretto a un desolante “zero” nella casella dei titoli vinti e a concludere l’anno fuori dalla top ten.

Giro d’Italia, fermare il circo drogato

E’ cominciato il Giro d’Italia, ma da qualche anno per me questa non è più la grande festa popolare di primavera. Non riescono più ad appassionarmi i funamboli colorati in bicicletta. Sospetto sempre che dietro una fuga di centinaia di chilometri sulle assolate strade siciliane oppure dentro una scalata al Mortirolo vi sia una massiccia dose di doping.

Troppi scandali, in tutto il mondo ed in tutte le gare dalla classiche ai grandi giri. Che tristezza! Quando li vedo passare “i girini” tra ali di folla plaudente mi chiedo sempre cosa troveranno la sera in albergo. Stregoni e fialette per aumentare a dismisura la potenza fisica e la resistenza a sforzi sovraumani ché oggi si pedala a medie siderali.
La brama del profitto, la voglia del successo, la pressione degli sponsor ha liberato le peggiori pulsioni.

«Barca napoletana per la Coppa America» Appello agli imprenditori

 

Caldoro: «Pronto a fare la mia parte»
Nelle acque della baia di San Francisco non ci sarà nessuna imbarcazione tricolore. Per mancanza di fondi e di sponsor chiude una lunga storia (di notti insonni) iniziata nel 1983 con «Azzurra», passando per il «Moro di Venezia» di Gardini sino a «Luna Rossa» di Prada e De Angelis e a «Mascalzone latino» di Vincenzo Onorato. Ma dai circoli velici napoletani arriva un appello: una nostra barca deve regatare nelle acque del Golfo. «Bellissimo», «Auspicabile», «Un sogno», dice a una voce sola il mondo velistico all’ombra del Vesuvio. Il budget per una vela alla Coppa America negli Usa va da 40 a 50 milioni, ma per le regate a Bagnoli i costi saranno ridotti: a Napoli gareggeranno multiscafi da 45 piedi e non da 72.

America's Cup, Mascalzone Latino si ritira

Onorato: «Difficoltà a trovare sponsor»
Con un annuncio del presidente Onorato pubblicato sul suo sito, Mascalzone Latino ha annunciato il ritiro dalla 34esima edizione dell'America's Cup. «È con profonda tristezza che devo annunciare il ritiro di Mascalzone Latino dalla Coppa America. Sin dal principio della nostra investitura a Challenger of Record ho lavorato al progetto di ospitare la Coppa nel nostro Paese», spiega Vincenzo Onorato, presidente di Mascalzone Latino.

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