Con lo spettacolo La notte blu del tram, racconto sull'iniziazione erotica di un giovane con un adulto, si conclude il ciclo di rappresentazioni Storie naturali e strafottenti dedicato alla drammaturgia di Giuseppe Patroni Griffi, nel decennale della sua scomparsa. In prima nazionale al Ridotto del Mercadante fino al 15 marzo.
Il regista dello spettacolo, Pino Carbone, definisce il racconto di Patroni Griffi “una fiaba senza morale. Che non tiene conto del senso comune di moralità e che soprattutto non vuole insegnarla a nessuno”. Una fiaba con i suoi schemi e i suoi personaggi: il ragazzino insicuro e turbato da un lato, l’uomo grande e sicuro di sé dall’altro. Narrazione fiabesca, quasi interamente trafelata, nella quale i turbamenti sessuali fanciulleschi giungono alla disperata quanto voluttuosa consapevolezza del giovane protagonista “d’essere cresciuto maschio e peccatore”.
Un peccatore pienamente cosciente dell’intensa capacità attrattiva che l’altro uomo, l’adulto, esercita sul suo corpo. Un corpo in attesa di scoprire la propria identità sessuale che quell’incontro alla fermata del tram ha reso reale. Il corpo minuto del giovane Eugenio contrasta sulla scena con quello dell’uomo, dapprima rappresentato nelle vesti di un enorme pupazzo bianco archetipo della potenza fallica modellata sul costume; poi, dismessa l’ingombrante fattezza, il contrasto pian piano tende ad affievolirsi fino a sciogliersi nella totale consapevolezza della raggiunta identità sessuale del ragazzo. Il passaggio dai turbamenti adolescenziali fino all’iniziazione all’eros del giovane protagonista è costellato, tanto sulla scena quanto nel racconto, da una tensione emotiva ed interpretativa tale che non lascia spazio ad alcuna intenzione o finalità moralistica del racconto.
La scelta di accompagnare l’interpretazione dei personaggi con la lettura da parte del giovane Eugenio di molti brani tratti dal racconto omonimo consente di comprendere la forza narrativa del testo. Il racconto, scritto da Patroni Griffi nel 1948, mostra ancora una certa aderenza alla realtà attuale sia per il tema sia per le implicazioni psichiche dell’argomento, nonostante lo sdoganamento sociale sui temi dell’amore omosessuale. Merito dell’attualità narrativa del racconto è da attribuire anche all’interpretazione dei due protagonisti in scena: Francesca De Nicolais, nel ruolo del giovane Eugenio e voce narrante; Giovanni Del Monte, che interpreta prima il pupazzo fallico poi l’adulto. Energica e talentuosa De Nicolais, convincente Del Monte.
Felice intuizione quella di aver affidato ad una donna il ruolo del ragazzino, ancora non completamente conscio della propria sessualità: il testo racconta sì dell’omosessualità erotica maschile, ma l’interpretazione femminile ha reso forse più credibile le angosce di un giovane adolescente. Angosce rese esplicite anche dall’ambientazione: un camera bianca circondata da giocattoli sparsi alla rinfusa sul pavimento. Una camera la cui forma sembra richiamare un vagone del tram probabilmente allestita come luogo della purezza perduta.
Loredana Orlando
La notte blu del tram di Giuseppe Patroni Griffi
Regia di Pino Carbone
con Francesca De Nicolais, Giovanni Del Monte
scene Luigi Ferrigno
costumi Zaira de Vincentiis
disegno luci Gigi Saccomandi
installazioni Luca Carbone
musiche Marco Messina
produzione Teatro Stabile di Napoli
fino al 15 marzo 2015 al Ridotto del Mercadante
www.teatrostabilenapoli.it
la foto di copertina è di Marco Ghidelli