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da Legno Storto:

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Arte

Mostra di Design alla Villa Floridiana

Sabato 10 giugno, alle ore 14 al Museo Duca di Martina, verrà inaugurata la mostra Roberto Mango designer, 1950-1968 dedicata all’attività di uno dei più importanti designer del panorama italiano e non solo.

L’esposizione propone una riflessione sull’autore, sul suo ruolo nel dibattito internazionale e sulle più importanti realizzazioni come designer, comprese nel tempo del suo soggiorno negli Stati Uniti e del successivo in Italia e nell’ambiente produttivo napoletano.

Sotterranei Gotici di San Martino aperti al pubblico

Da sabato 24 gennaio 2015 - e ogni sabato e domenica alle ore 11.30 con prenotazione obbligatoria - aprono al pubblico i Sotterranei gotici della Certosa e Museo di San Martino.

I sotterranei costituiscono i suggestivi e imponenti ambienti delle fondamenta trecentesche della Certosa, una edificazione  che iniziò nel maggio del 1325 per volere di Carlo, duca di Calabria, figlio del sovrano Roberto d’Angiò.
Un’opera di ingegneria possente ed elegante, con una successione di pilastri e volte ogivali a sostegno dell’intera struttura certosina, nei lunghi corridoi e negli slarghi sono esposte le opere in marmo della Sezione di sculture ed epigrafi.

Una raccolta che si è formata attraverso acquisti, lasciti, donazioni, cessioni e depositi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

Rewind. Arte a Napoli 1980-1990

La mostra a Castel Sant’Elmo presenta circa cento opere e propone una riflessione per ricostruire, attraverso affondi tematici e focus specifici, la complessa e ampia storia artistica a Napoli negli anni Ottanta del Novecento.

Rewind. Arte a Napoli 1980-1990 è dedicata alla nuova generazione di artisti napoletani attiva negli anni Ottanta e a coloro che in quel decennio testimoniano con il loro lavoro la svolta radicale del linguaggio figurativo che ha fatto parlare di “fine dell’avanguardia”.


Sono state coinvolte nel progetto le principali gallerie d'arte operanti in quel periodo come quella di Lucio Amelio, Il Centro, lo Studio Trisorio, lo Studio Morra, Lia Rumma, Alfonso Artiaco; queste ultime, ancora attive, sono state chiamate a individuare opere, presenti in collezioni private campane, essenziali per descrivere adeguatamente quel contesto che fece di Napoli un crocevia internazionale. Per citare alcuni nomi degli artisti non napoletani si va da Gino De Dominicis, Alberto Burri, Jean Michel Alberola, Joseph Beuys a Hermann Nitsch, Sol LeWitt, James Brown, Ronnie Cutrone, Kenny Scharf, Luigi Ontani.
Sono state ricostruite anche  alcune collettive di quel decennio: Evacuare Napoli. L’ultima generazione, 1985 e L'officina di Scafati, 1986, proponendone una lettura evocativa.

La mostra è progettata  in continuità con le attività e la vocazione del museo Novecento a Napoli e con gli incontri con gli artisti e i protagonisti proposti durante i Giovedì contemporanei 2013-2014, l’esposizione comprende artisti, opere e documenti che descrivono gli avvenimenti di quegli anni cruciali, delineando una vicenda di respiro complesso, che si è mossa su piani paralleli, in cui hanno convissuto aperture a linguaggi internazionali, sperimentazioni di giovani e l’attività dei maestri.

L’esposizione realizzata dalla Soprintendenza Speciale  per il patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta, è promossa e finanziata dal Servizio architettura e arte contemporanee della Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

In mostra opere di:
Fabrizia Abbagnano, Jean-Michel Alberola, Marisa Albanese, Carlo Alfano, Joseph Beuys, Bill Beckley, David Bowes, Paolo Bresciani, James Brown, Alberto Burri, Giuseppe Caccavale, Maurizio Cannavacciuolo, Angelo Casciello, Gennaro Castellano, Alan Charlton, Franco Cipriano, Francesco Clemente, Ronnie Cutrone, Maurizio Colantuoni, Giuseppe Desiato, Gabriele Di Matteo, Gino De Domincis, Tommaso Durante, Luciano Fabro, Sergio Fermariello, Matteo Fraterno, Lino Fiorito, Mario Franco, Eugenio Giliberti, Sasà Giusto, Al Hansen, Geoffrey Hendricks, Douglas Huebler, Massimo Kauffman, Joseph Kosuth, Massimo Latte, Sol LeWitt, Nino Longobardi, Lello Lopez, Saverio Lucariello, Luigi Mainolfi, Umberto Manzo, Ugo Marano, Claudio Massini , Silvio Merlino, Aldo Mondino, Peter Nagy, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Luigi Pagano, Gloria Pastore, Mimmo Paladino, Giuseppe Penone, Rosa Persico, Alfredo Pirri, Lucia Romualdi, Mimma Russo, Kenny Scharf, Antonello Scotti, Ninì Sgambati, Franco Silvestro, St-Art, Daniel Spoerri, Philip Taaffe, Ernesto Tatafiore, Niele Toroni, Gerardo Vangone, Luigi Vollaro, Giuseppe Zevola, Oreste Zevola.

Rewind. Arte a Napoli 1980-1990 è curata da Angela Tecce e si avvale del contributo scientifico di numerosi studiosi, ricercatori, testimoni che hanno ciascuno affrontato temi e questioni critiche per intrecciare un racconto corale: Luciana Berti, Claudia Borrelli, Renata Caragliano, Maria De Vivo, Eugenio Giliberti, Maria Giovanna Mancini,  Chiara Pirozzi, Adriana Rispoli, Maria Savarese, Olga Scotto di Vettimo, Mario Francesco Simeone, Stefano Taccone, Antonello Tolve, Vincenzo Trione, Alessandra Troncone, Brunella Velardi, Andrea Viliani, Eugenio Viola, Stefania Zuliani. Interviste a Achille Bonito Oliva, Michele Bonuomo, Bruno Corà, Jean Digne, Nicola Spinosa, Angelo Trimarco. 

Catalogo edito da ARTE’M. Durante i lavori per questa mostra è mancato Oreste Zevola e interpretando il desiderio di tutti abbiamo voluto dedicargli il catalogo.

Costellazione ‘80

In occasione della mostra dedicata all’arte degli anni Ottanta è stato creato un percorso virtuale attraverso postazioni multimediali - Costellazione ’80 - con la funzione di collegamento tra le collezioni, le mostre e le sezioni museali, di modello per un archivio dell’arte contemporanea a Napoli.

A comporre un quadro di insieme articolato parteciperanno -  insieme  a  Rewind. Arte a Napoli 1980-1990 a Castel Sant’Elmo e Blow up. Fotografia a Napoli 1980-1990 in contemporanea al Museo Pignatelli - la sezione di arte contemporanea del Museo di Capodimonte e la collezione Terrae Motus della Reggia di Caserta, imprescindibili elementi di questa Costellazione ‘80. Inoltre il Museo Madre e l’Accademia di Belle Arti di Napoli offriranno un contributo specifico coerente con le loro ricerche e attività.


Informazioni
Rewind. Arte a Napoli 1980-1990

Sede        Napoli, Castel Sant’Elmo
Via Tito Angelini, 22
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www.polomusealenapoli.beniculturali.it
https://www.facebook.com/rewindnapoli80

Date        20 dicembre 2014 - 8 febbraio 2015
Orario      ore 9-18; MARTEDI’ CHIUSO
Ingresso    € 5,00

 

The Go-Between, mostra di artisti internazionali a Capodimonte

Una selezione di artisti internazionali emergenti dalla collezione di Ernesto Esposito
(14 dicembre 2014 - 13 gennaio 2015) a cura di Eugenio Viola


The Go-Between è una mostra dedicata alla prestigiosa collezione di Ernesto Esposito, designer di calzature di fama internazionale, la cui raccolta, iniziata oltre trent’anni fa a Napoli, con artisti del calibro di Joseph Beuys, Cy Twombly, Robert Rauschenberg, Gerhard Richter, Andy Warhol, è oggi riconosciuta come una tra le più interessanti in Europa ed è stata già esposta in diversi musei europei e americani.


The Go-Between è “l’intermediario”, “il messaggero” che serve da passaggio, da unione, da collegamento fra due persone o cose.

Caratteristica peculiare della collezione Esposito è da sempre l’attenzione rivolta verso i giovani artisti, il suo “occhio” e lo scommettere, incondizionatamente, sulle ragioni del nuovo. Da qui la selezione delle opere in mostra - circa novanta - incentrata sulle ultimissime acquisizioni di artisti, di generazioni e provenienze diverse, la maggior parte ancora emergenti, alcuni invece già riconosciuti nel panorama internazionale.
A questi si aggiunge una serie di contrappunti, accuratamente scelti tra i “grandi classici” presenti nella collezione Esposito, chiamati a dialogare con le opere ospitate nella Wunderkammer del museo.    

Inaugurazione             sabato 13 dicembre ore 18

Apertura al pubblico    domenica 14 dicembre

Le stagioni di Jommelli al Festival di Musica Antica

Soave sia il vento celebra Niccolò Jommelli in tre giornate di studio e spettacoli dal 5 al 7 dicembre. Concerto sabato 6 dicembre presso Gallerie d’Italia-Palazzo Zevallos Stigliano
Nell’anno del terzo centenario della nascita di Niccolò Jommelli non potevano mancare alla prima edizione del Festival Internazionale di Musica Antica Soave sia il vento, organizzato dal Centro Pietà dei Turchini, appuntamenti  per celebrare un grande Maestro la cui capacità creativa, la continua ricerca di realizzazioni armoniche, la naturalezza delle idee musicali mettono in risalto l’origine di tutto quello che di più bello si è espresso musicalmente nell’Europa di quel periodo.

Tra i massimi compositori del Settecento europeo, Nicolò Jommelli, nacque ad Aversa e si formò a Napoli al Conservatorio di Sant’Onofrio a Capuana e poi a quello della Pietà de’ Turchini. La sua carriera, favorita dagli ambienti aristocratici della capitale, ebbe inizio presso i due teatri dedicati prevalentemente alla “commedeja pe museca”, nei quali il giovane compositore riscosse ampio consenso. Ben presto la sua fama valicò i confini del Regno e da Roma, dove si era recato subito dopo i primi successi, fu a più riprese ingaggiato presso le maggiori piazze del tempo e le grandi corti del continente. Significative furono le sue tappe a Venezia, Madrid, Bologna, Torino, Lisbona e Vienna, città nella quale approdò anche grazie all’appoggio del poeta cesareo Metastasio, che ne apprezzava il talento e le alte doti compositive, tanto da raccomandarlo vivamente a Carlo Broschi in stanza presso i Borbone di Spagna.

Napoli Restaurata

Presentati nella chiesa dei Girolamini i cantieri didattici di restauro della Scuola di Alta Formazione e di Studio dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro.

I tre cantieri hanno visto impegnati quaranta allievi restauratori su opere di assoluta rilevanza del patrimonio artistico napoletano. Le attività didattiche hanno riguardato la decorazione a mosaico della cupola del battistero di San Giovanni in Fonte del Duomo e i dipinti provenienti dalla ricca quadreria del Museo Civico Gaetano Filangieri (cantiere ospitato nei laboratori di restauro del Museo di Capodimonte); a questi si aggiunge l’intervento, portato a compimento nel corso dell’anno presso la sede dell’ISCR a Roma, di cinque preziosi busti reliquiario appartenenti alla chiesa dei Girolamini. Quest’ultimo intervento di restauro ha consentito, tra l’altro, di giungere a chiare indicazioni sulla tecnica esecutiva e di poter così riferire i busti all’intagliatore Aniello Stellato al quale, nel 1619, era stato commissionato un gruppo di dodici busti di santi.

Museo di Capodimonte: la grande tela Pompei entra nella collezione permanente

La mostra personale di Luca Pignatelli al Museo di Capodimonte, conclusasi il 15 luglio, tributa un importante riconoscimento all’artista.

Pompei, la grande opera del 2014 (400 x 670 cm.) entra a far parte della collezione permanente del Museo nella quale figurano i più significativi artisti internazionali: Alberto Burri, Anselm Kiefer, Mimmo Paladino,  Jannis Kounellis, Sol LeWitt,  Andy Warhol, solo per citarne alcuni.


Pompei è un’opera che ha il compito di segnalare l’ingresso nell’area di consapevolezza fenomenologica del ricordo: una rete strutturale, quella che sostiene la formalità esteriore, svestita di tutti gli orpelli figurativi, che si mostra nuda, nella pienezza della sua funzione di pattern geometrico svelato a rappresentare i resti di un contenuto antropico perduto e il mito del crollo archetipo della solidità rassicurante.

Luca Pignatelli, uno tra i più interessanti artisti internazionali contraddistintosi negli ultimi vent’anni per la capacità di intraprendere una ricerca originale, ricca di riflessioni e di spunti critici  sul tema della memoria, nasce a Milano nel 1962, città nella quale ancora oggi vive e lavora. Il suo lavoro conosce una risonanza di portata internazionale sin dagli anni Novanta. Ricordiamo tra le personali più recenti: Istituto Nazionale per la Grafica, Roma (2011), 53° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, (2009), Mamac di Nizza (2009). Tra le numerose mostre collettive sono da ricordare: Museo MAXXI, Roma (2010), Miami Biennale (2010), 53° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia (2009).

A Napoli il Contemporaneo si legge su RACNA

Da un'idea di Componibile 62 e Marchese editore
Ha compiuto un mese RACNA Magazine, la nuova rivista digitale di Arte e Linguaggi della Contemporaneità. RACNA è il frutto della collaborazione tra due associazioni napoletane: Marchese editore e Componibile 62.

IL PROGETTO - RACNA nasce come portale multimediale dedicato all’Arte contemporanea, con l'intento di coinvolgere i protagonisti del settore, artisti, galleristi, curatori, collezionisti, centri di produzione ed esposizione, di studio e promozione.

Palazzo Zevallos Stigliano riapre le sue Gallerie. Apertura gratuita al pubblico sabato 21 giugno

Inaugurazione delle Sale rinnovate dello storico Palazzo in via Toledo, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Intesa Sanpaolo riapre il 20 giugno al pubblico, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli, riallestite per la valorizzazione di un nucleo di oltre 120 opere, attraverso le quali è possibile ripercorrere le vicende fondamentali delle arti figurative in città, in un arco cronologico che dagli esordi del Seicento si spinge sino ai primi anni del Novecento.


Palazzo Zevallos Stigliano è dal 1898 la sede storica della Banca a Napoli. La prima destinazione a scopi museali di un’area del piano nobile dell’edificio risale al 2007, all’indomani di un accurato intervento di restauro sui cicli decorativi ottocenteschi.

L’apertura al pubblico delle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano nasceva dall’intento di Intesa Sanpaolo di valorizzare e condividere con la cittadinanza un nucleo di opere tratte dalle proprie collezioni d’arte, prima fra tutte il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio.

Valorizzazione del patrimonio artistico napoletano su cui ha posto l’attenzione il Capo dello Stato per il quale “le mostre possono anche avere una ricaduta importante, non automatica, di riscoperta da parte dei cittadini dei musei. Ma condivido la necessità di porre l’accento sul sempre presente e vivibile del patrimonio artistico. A Napoli – conclude Napolitano – molti anni fa ci fu un’iniziativa, Monumenti porte aperte, credo che dovremmo in quello spirito dare molta valorizzazione al nostro patrimonio culturale” (la Repubblica, 20 giugno 2014).

Questo nuovo intervento si inscrive nell’ambito di Progetto Cultura, il programma pluriennale che pianifica le attività di Intesa Sanpaolo in campo artistico e culturale. L’iniziativa più ambiziosa elaborata dal Progetto è stata la creazione delle Gallerie d’Italia, la rete dei poli museali e culturali della Banca presenti sul territorio nazionale cui appartengono, accanto alle Gallerie partenopee, le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza (aperte dal 1999 e rinnovate nel 2014) e le Gallerie di Piazza Scala a Milano (inaugurate nel 2011).

Il nuovo allestimento di Palazzo Zevallos Stigliano, secondo il progetto espositivo curato da Fernando Mazzocca, arricchisce le Gallerie con gruppi di opere di grande significato storico e valore artistico, appartenenti al contesto culturale del Sud Italia e in particolare di ambito napoletano, provenienti dalle raccolte già costituite dagli istituti di credito – per lo più il Banco di Napoli e la Banca Commerciale Italiana – poi confluiti in Intesa Sanpaolo. La maggior parte delle opere, in vista della loro musealizzazione, è stata sottoposta a importanti interventi conservativi.

L’attuale itinerario museale si articola in spazi più estesi (sette sale rispetto alle tre precedenti) e propone un’antologia in grado di tratteggiare, per grandi linee, un profilo delle vicende salienti della pittura a Napoli nel corso del Sei e Settecento, dalla svolta naturalistica impressa dall’arrivo di Caravaggio nel 1606, fino ai fasti della civiltà borbonica. Spicca fra le opere esposte il Martirio di sant’Orsola, capolavoro estremo dello stesso Caravaggio (eseguito nel 1610 pochi mesi prima della morte). E ancora Giuditta decapita Oloferne, derivazione attribuita al fiammingo Louis Finson da un perduto originale ancora del Merisi; Sacra Famiglia con San Francesco d’Assisi, del caravaggesco romano Angelo Caroselli; Sansone e Dalila, uscito dall’atelier napoletano di Artemisia Gentileschi; tre scene bibliche di Bernardo Cavallino e il San Giorgio di Francesco Guarini. In mostra inoltre L’Adorazione dei Magi del “Maestro degli Annunci ai pastori” e Tobia che ridona la vista al padre di “Enrico Fiammingo”, alias Hendrick De Somer; Ratto di Elena di Luca Giordano e Agar nel deserto di Francesco Solimena introducono alla fase più alta della stagione barocca.

Per il Settecento, alla compostezza idealizzata delle quattro Allegorie della Pietà di Francesco De Mura fa da contraltare il realismo di due celebri opere di Gaspare Traversi, La lettera segreta e Il concerto, con accenti di verità umana che travalicano di molto le convenzioni iconografiche della pittura di genere comico-popolare cui le due tele appartengono.

Non manca una rappresentanza, davvero rilevante per qualità, dell’importante capitolo della natura morta a Napoli dalla metà del Sei al primo Settecento, da Paolo Porpora a Baldassarre De Caro, passando per Giovan Battista Ruoppolo e Giuseppe Recco.

Il percorso nella veduta e nel paesaggio, un genere prima ritenuto minore e che ha avuto a Napoli uno sviluppo straordinario nel corso dell’Ottocento, inizia con una premessa settecentesca: i quattro dipinti dell’olandese Gaspar van Wittel, considerato uno degli iniziatori del vedutismo moderno. In una prima sezione dedicata alle vedute e alla Scuola di Posillipo, la serie delle piccole tele di Anton Smink Pitloo, e ancora i dipinti di Giacinto Gigante, Gabriele Smargiassi, Salvatore Fergola, Nicola Palizzi, Domenico Morelli, Federico Rossano, Edoardo Dalbono, Edoardo Franceschini, Gioacchino Toma, Francesco Mancini, Vincenzo Migliaro, permettono di seguire l’eccezionale vicenda di un genere declinato in successive fasi sperimentali, che hanno reso la Scuola Napoletana all’avanguardia in Europa.

Dalla Scuola di Posillipo, dove matura la grande eredità del paesaggismo del Grand Tour, si approda al naturalismo, legato alla pratica en plein air, della Scuola di Resina, sino alle esperienze più individuali di fine secolo.

Una successiva sezione consente di puntare l’obiettivo sulla rappresentazione della città, attraverso gli interni degli edifici monumentali, le strade e le scene di vita moderna che avvenivano negli spazi della socialità, come l’ippodromo, la villa comunale e il mercato. Agli ambienti urbani vengono abbinati i “tipi”, attraverso i ritratti, molti incisivi, di modelli catturati per strada, in una continua osservazione della commedia umana.

Le opere di Vincenzo Gemito infine formano un insieme di altissima qualità, uno dei nuclei più importanti del grande artista. Si tratta di terrecotte, bronzi e disegni che, dagli anni Settanta dell’Ottocento agli anni Venti del secolo successivo, documentano la sua straordinaria parabola artistica: un percorso intrecciato con il dramma personale di un’esistenza minata da profondi squilibri psichici, che comportarono lunghe interruzioni dell’attività creativa. Dal naturalismo più diretto delle teste giovanili modellate in terracotta si passa alla più sofisticata serie di ritratti di personaggi famosi realizzati in bronzo. Gli splendidi disegni mostrano coinvolgenti autoritratti, che seguono il doloroso mutare nel tempo della fisionomia dell’artista, e figure di donna – come la Zingara, uno dei più belli e particolari acquerelli di Gemito – dove a un realismo prorompente e solare subentra negli anni una ricerca di stile ispirata a modelli seicenteschi, facendone l’ultimo grande epigono dell’importante tradizione del naturalismo napoletano.

Il Palazzo vuole recuperare una funzione che a lungo ebbe nel passato, quale scrigno di una preziosa, rinomata collezione d’arte. Di essa scrisse nel 1692 il canonico Carlo Celano, con parole che sembrano tornare attuali: “una galleria de’ quadri delle belle che sono in Napoli, e veramente vi si vedeano bellissime dipinture, et in quantità, de’ famosi maestri così antichi come moderni”.

Per l’occasione le Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano apriranno gratuitamente le proprie porte al pubblico sabato 21 giugno 2014.

Il Classico Contemporaneo. Personale di Luca Pignatelli a Capodimonte

L’artista Luca Pignatelli (Milano, 1962) presenta al Museo di Capodimonte l’esposizione di grandi tele, riproducenti opere della classicità in un percorso storico-iconografico di richiamo alla Memoria. La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva, è esposta nella Sala Causa di Capodimonte dal 10 maggio fino al 15 luglio 2014.


Una mostra dal forte impatto estatico-filosofico. I temi dell’arte classica rivivono nelle forme e nei materiali adoperati dall’artista. Teloni ferroviari, tele su carta, decompongono e ricostruiscono il passato restituendo alle opere il senso storico della loro realtà in un’interpretazione metaforica e metalinguistica dell’arte contemporanea. Il processo di demolizione e ricostruzione, approntato da Pignatelli con i suoi materiali, conferisce alle grandi opere dell’antichità il significato di una realtà cogente, tuttora in atto, che porta la Storia nell’immanenza dell’incessante riproduzione plastica delle forme.

Il dipinto La Biga (2014), opera su tela, vuole suggerire un nuovo significato della forza rappresentata. Opera fortemente evocativa del senso di distruzione del reale è Pompei (2014), costruita solo con la sovrapposizione della materia di cui è fatto il telone ferroviario, senza l’utilizzo di pittura. Il senso della Memoria storica che nasce dalla rappresentazione per poi assumere vita propria, oltre l'esistenza delle mere rappresentazioni, sembra essere il filo conduttore della ricerca storico-artistica condotta da Pignatelli.

Echi della filosofia nietzscheana riecheggiano nelle grandi tele dell’artista, il cui nome figura tra gli artisti più interessanti sulla scena internazionale. Il pregio di Pignatelli – evidenzia il curatore della mostra, Achille Bonito Oliva – “è aver sottratto l’opera classica all’invadenza della scultura, restituendola alla dimensione più umana della pittura”. Parafrasando Nietzsche, commenta Bonito Oliva, “l’arte progetta il passato. Nell’opera di Pignatelli il tempo non è cronologico e lineare, ma piuttosto circolare. La storia non è archeologia ma retaggio culturale reso continuamente presente dalla immanenza dell’arte”.

Arte circolare ed immanente in un immaginifico dialogo tra arte classica e moderna che trova espressione nel Museo di Capodimonte, definito dal critico d’arte Michele Buonomo, con cui Luca Pignatelli ha imbastito un dialogo-intervista contenuto nel catalogo dedicato alla sua personale, “il prototipo del dialogo tra arte antica e moderna”. L’esposizione dell’artista milanese è collocata  nella Sala Causa, dal nome del Soprintendente Raffaele Causa il quale, nel 1978, aveva avuto l’intuizione di esporre la retrospettiva di Alberto Burri, un artista vivente, nel Museo di Capodimonte, tempio della classicità. Contaminazione tra classico e contemporaneo che rappresenta, forse, il tratto peculiare di questo Museo la cui storia più recente può vantare anche l’esposizione della mostra Vesuvius (1985) di Andy Warhol, realizzata appositamente per Napoli. Nomi ed eventi che ritornano, come la circolarità della storia richiamata da Pignatelli nelle sue opere, in riferimento alla risonanza della mostra dedicata a Warhol con la rassegna in corso al Pan, curata – tra l’altro – dallo stesso Bonito Oliva.

Il dialogo tra arte classica ed arte moderna o post contemporanea, oggi si potrebbe dire, ha assunto la forma della tradizione per Capodimonte come sottolinea l’attuale Soprintendente, Fabrizio Vona, il cui obiettivo è “far continuare per Capodimonte questa tradizione che fa di questo luogo un Museo unico al mondo”. Vona evidenzia la permanenza delle opere pensate e realizzate per Capodimonte, in una “idea non raccogliticcia” delle mostre, che spaziano dall’antichità fino all’arte contemporanea, ma in un progetto “strettamente legato con la storia del Museo e con Napoli”, elemento questo – conclude Vona – "che nessun Museo al mondo può vantare”.

Mostra di Luca Pignatelli, a cura di Achille Bonito Oliva, Museo di Capodimonte, Sala Causa, 10 maggio-15 luglio 2014, tutti i giorni (mercoledì chiuso), ore 10-19.30, ingresso: €7,50

Per maggiori informazioni, si può consultare il sito: www.polomusealenapoli.beniculturali.it o inviare una mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Museo di Capodimonte: visita al Restauro del dipinto La Madonna con il Bambino del Perugino

Il Restauro nell’epoca del web. Nell’ambito dell’iniziativa “L’Arte Aiuta l’Arte”, oltre due mila utenti hanno partecipato alla consultazione per la scelta dell’opera da restaurare. Il dipinto più votato è risultato La Madonna con il Bambino di Pietro Vannucci, detto il Perugino. L’opera di Vannucci è stata scelta tra una rosa di otto proposte – dichiara il Soprintendente Fabrizio Vona - attraverso la consultazione sul sito della Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale – Ministero dei beni e delle attività culturali del turismo. I visitatori del Museo di Capodimonte potranno osservare le varie fasi del restauro dell’opera fino al 26 giugno.


Il recupero delle opere d’arte e, in generale, le iniziative concernenti la cultura sembrano suscitare l’interesse degli internauti. La regione Campania, tra l’altro, è risultata la prima tra le regioni italiane per il numero di partecipanti. A Capodimonte, dunque, il dipinto del Perugino riprenderà l’antico splendore grazie all’attenzione e alla sensibilità mostrate per il recupero di un’opera importante, giunta a Napoli in seguito alle vicende storiche del 1799.

Il costo del restauro sarà finanziato dagli incassi dei biglietti d’ingresso dell’iniziativa “Un sabato notte al museo”. Iniziative di questo tipo dimostrano come il circuito dell’arte sia in grado di reperire fondi al proprio interno al fine di recuperare opere e di valorizzare la cultura. Il sodalizio Arte-Web continuerà anche nella fase di restauro: il lavoro di laboratorio, curato dalle restauratrici Paola Foglia e Giulia Zorzetti, verrà ripreso in un video consultabile sul web.

Il restauro del dipinto - attribuito alternativamente a Raffaello e al Perugino, per poi essere ricondotto al Vannucci nei primi decenni dell’Ottocento – prenderà le mosse da una serie di indagini diagnostiche, finalizzata ad una migliore comprensione delle tecniche adoperate dal Vannucci.

Obiettivo del progetto “L’Arte Aiuta l’Arte” è divulgare l’attività tecnico/scientifica che il Ministero svolge nella conservazione dei beni artistici, anche attraverso un maggior coinvolgimento dei visitatori del Museo nelle problematiche concernenti la gestione del nostro patrimonio culturale.

Per poter assistere al restauro de La Madonna con il Bambino del Perugino sarà obbligatorio prenotare la visita che si svolgerà ogni giovedì, alle ore 11, e ogni venerdì, alle ore 15, fino al 26 giugno come già ricordato.

Per info e prenotazione: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ; tel. 345.4238986 (lun.-ven. ore 9-17).

San Domenico Maggiore, riapre la cella di San Tommaso d'Aquino

San Domenico Maggiore, riapertura eccezionale della cella di San Tommaso d'Aquino per una "Mostra Impossibile"

Eccezionalmente la cella di San Tommaso d’Aquino in San Domenico Maggiore verrà riaperta al pubblico. Domani, 1° maggio dalle 17 alle 20 (e dal 5 maggio tutti i giorni dispari nello stesso orario), i visitatori di “Una Mostra Impossibile” potranno entrare nel luogo in qui visse il Santo tra il 1272 e il 1274, periodo in cui tenne la cattedra nello Studio teologico istituito nello stesso convento.

Percorsi contemporanei a Castel Sant'Elmo, retrospettiva anni 80

“Gli anni ’80 a Napoli visti dallo Studio Trisorio”
Chiara Pirozzi in conversazione con Lucia e Laura Trisorio

Terza edizione degli appuntamenti con il contemporaneo a Castel Sant’Elmo. Dopo la testimonianza diretta dei protagonisti, che nella scorsa edizione hanno raccontato le numerose esperienze artistiche degli anni Ottanta e le sperimentazioni che resero quegli anni innovativi per la storia dell’arte, il nuovo ciclo di incontri si propone di indagarne l’eredità. Giovani curatori, critici, artisti e docenti, con un occhio al passato, cercheranno di mettere in luce elementi di continuità ma anche di rottura tra quegli anni, anche se non troppo lontani, e il presente dell’arte. Il ciclo di incontri si svolgerà per tutto il 2014 con modalità diverse: dibattiti, presentazioni, incontri con gli artisti, visite nel museo e proiezioni.


In questa occasione, l’approfondimento sarà dedicato alle attività realizzate negli anni ’80 dallo Studio Trisorio, galleria napoletana inaugurata nel 1974 da Pasquale e Lucia Trisorio, ne parleranno Chiara Pirozzi, curatrice e critico d’arte, insieme a Lucia e Laura Trisorio e analizzeranno, anche con documenti e immagini d’archivio, le mostre più significative realizzate in quel decennio, i filoni di ricerca che hanno caratterizzato la programmazione della galleria tra i quali la video arte internazionale e la realizzazione di progetti dedicati a Napoli da parte di artisti stranieri.

Sarà inoltre raccontata l’esperienza di residenza per artisti sperimentata dallo Studio Trisorio nello splendido scenario di Villa Orlandi ad Anacapri. Qui, artisti come Twombly, Kounellis, Beuys, Merz, LeWitt, Calzolari, Ontani, Scharf, Sherman, Spalletti, Bagnoli e molti altri, hanno soggiornato per lunghi periodi, traendo spunto per la realizzazione delle loro opere.

Gli appuntamenti si svolgono nel salone delle sculture del museo Novecento a Napoli. (1910-1980). Per un museo in progress.

Il Museo presenta le opere più rappresentative dell’arte a Napoli fino al 1980, ma è un museo in progress, quindi aperto a successivi sviluppi. La politica culturale di Castel Sant’Elmo, che si è andata precisando nel tempo, si muove su un doppio binario. Da un lato il museo del Novecento che ambisce a ricostruire la recente storia artistica della città, dall’altro la costante attenzione alle ultimissime esperienze artistiche, attraverso il concorso “Un’opera per il Castello” rivolto ai giovani artisti e giunto alla terza edizione. Gli incontri saranno dunque l’occasione per una riflessione sull’arte degli anni ‘80 a Napoli, ma anche per avventurarsi nelle sperimentazioni artistiche di questi anni.

Ingresso gratuito
Organizzazione: Claudia Borrelli, tel 081 2294434 - email Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 

“L’arte liberata” a Capodimonte

Un “Monument man” per Capodimonte. In mostra le opere trafugate dai tedeschi e recuperate da Rodolfo Siviero

L’uscita nelle sale, lo scorso febbraio, del film diretto e interpretato da George Clooney, Monuments Men, funge da pretesto per la presentazione al Museo di Capodimonte di 15 capolavori tra le opere saccheggiate dalle truppe tedesche durante la II Guerra Mondiale.

“in giro lamini - un quadrato di tesori d’arte”

Monumento nazionale dei Girolamini
in girolamini
un quadrato di tesori d’arte
fotografie di luciano pedicini

12 dicembre 2013 – 2 febbraio 2014


INAUGURAZIONE 11 dicembre 2013, ore 17.00

Mercoledì  11 dicembre, alle ore 17.00,  verrà inaugurata l’ esposizione di Luciano Pedicini
“in giro lamini - un quadrato di tesori d’arte” e sarà presentato il cortometraggio di Matteo Pedicini e Ivan Ferone co'scienzaǝmeraviglia.

Il mesitere delle armi e della diplomazia

Alessandro ed Elisabetta Farnese nelle collezioni del Real Palazzo di Caserta - Mostra dal 23 ottobre 2013 al 6 gennaio 2014
Il 23 ottobre alle ore 12 si inaugura, negli Appartamenti Storici della Reggia di Caserta, la mostra “Il mestiere delle armi e della diplomazia: Alessandro ed Elisabetta Farnese nelle collezioni del Real Palazzo di Caserta”, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici ed Etnoantropologici per le Province di Caserta e Benevento,  in collaborazione con Civita.

Nell’ambito di un intenso programma di valorizzazione del proprio patrimonio, la Soprintendenza di Caserta celebra i Farnese nella figura di Alessandro (Roma, 1545 – Arras, 1592) – straordinario condottiero e “vessillo” della Spagna cattolica del XVI secolo – ed Elisabetta (Parma, 1692 – Aranjuez, 1766), moglie di Filippo V di Spagna, madre di Carlo di Borbone, abile tessitrice di trame diplomatiche.

Codice di Santa Marta. Un tesoro da riscoprire nel cuore antico di Napoli

In occasione della festività di Santa Marta, il 29 luglio, si è svolto presso la Chiesa omonima il Convegno "Alla Riscoperta di Santa Marta” sulla storia e sullo stato di conservazione del prezioso Codice miniato presente nella chiesa sorta nel XV secolo per volere della regina Margherita di Durazzo, vedova del re Carlo d’Angiò. Alla conferenza hanno preso parte Giuseppe Porcaro, Commissario dell’Arciconfraternita di San Vitale in Santa Marta, il prof. Giuseppe Scala, docente di Chimica delle fibre tessili e del restauro, il prof. Ciro Piccioli, esperto Chimico di Beni culturali presso il MiBAC. L’evento, organizzato dalle Associazioni culturali Centro Storico - con il presidente Salvatore D’Alessio - e Anima di Napoli con il patrocinio della Confraternita di Santa Marta, ha visto la partecipazione di un gruppo di giovani studiose napoletane cui spetta il merito di aver destato l’attenzione su un tesoro misconosciuto.

MeravigliArti. Le arti incontrano lo stupore per riscoprire il mondo

In un’epoca in cui è andata perduta la facoltà d’immaginare, di rimanere increduli dinanzi al nuovo, suona come un invito ad appropriarsi di se stessi e della propria identità di essere umano la prestigiosa rassegna allestita nell’inconsueto quanto immaginifico scenario di Museo Cappella Sansevero.

Si tratta di MeravigliArti: cinque incontri a cadenza settimanale avente per oggetto la Meraviglia, appunto, declinata secondo la sensibilità proposta dalle arti scelte per la rappresentazione. Letteratura, teatro, peformance, musica. Diversi percorsi nei quali si propone di ricondurre l’uomo alla radice della conoscenza, alla forma primigenia dell’arte: lo stupore.

Il Murale del Paz ritorna alle origini

 

Recuperata l’opera del 1987 realizzata dal grande fumettista Andrea Pazienza in occasione della sua visita alla Mostra d’Oltremare.

Il XV Salone dei fumetti Comicon 2013, anche per quest’anno interamente ospitato dalla struttura di viale Kennedy, si conclude con una grande sorpresa: l’esposizione del Murale di Andrea Pazienza dipinto sulla parete del Padiglione America Latina.

L’opera, completamente restaurata, custodisce un valore simbolico particolare: infatti si tratta di una delle ultime creazioni del Paz prima della sua prematura scomparsa (giugno 1988) e, inoltre, rappresenta quasi l’eredità artistica di un talento versatile, capace di improvvisare con tocchi di pennellate- come testimonia il Murale- una sensibilità ed un estro fuori dal comune.

Restituzioni 2013 fa tappa a Napoli

 

La sedicesima edizione del programma Tesori d’arte restaurati, promossa da Intesa Sanpaolo, sceglie la città partenopea per l’esposizione di oltre 250 manufatti, dal 23 marzo al 9 luglio 2013.

Dopo la tappa fiorentina del 2011, l’esposizione biennale delle opere appartenenti al patrimonio artistico-archeologico italiano approda nello storico Palazzo Zevallos Stigliano e al Museo di Capodimonte per presentare al pubblico 45 nuclei di opere d’arte restaurate.

La mostra ricopre un ampio arco cronologico che va dall’VIII secolo a.C. al primo Ottocento. I manufatti provengono dai poli museali di Napoli, Venezia, Firenze e dai Musei Vaticani e dai siti archeologici di alcune regioni italiane. L’esposizione si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Comune di Napoli e della collaborazione dell’Associazione Amici di Capodimonte.

Bellebbuono. Napoli improvvisamente. Mostra al Castel Sant’Elmo

 

Esposizione di 40 opere tra dipinti, disegni, fotografie, porcellane provenienti dai maggiori musei napoletani allestita nei suggestivi luoghi cinquecenteschi del castello dal 14 marzo al 1 aprile. Ingresso gratuito.

L’iniziativa offre l’occasione di visitare la chiesa di Sant’Erasmo, sita nella piazza d’armi del complesso murario, riaperta al pubblico in seguito al restauro dei cinque dipinti originariamente collocati all’interno della chiesa. Tra questi figura l’olio su tela di Luca Giordano. Il recupero delle opere si deve alla collaborazione tra la Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Napoli e la società Cafè do Brasil, azienda di produzione del noto caffè napoletano Kimbo.

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