Il programma di settembre del Napoli Teatro Festival Italia si è concluso, domenica 30 settembre, con lo spettacolo C’è del pianto in queste lacrime in scena al Teatro San Ferdinando. Due ore e 45 minuti circa di messa a nudo della Napoli vernacolare, della città oscura sopraffatta dal peso tribolante della sua tradizione, retaggio vivo nella carne, celato nei meandri più riposti dell’anima: la sceneggiata.
Rinchiusi in un tunnel, luogo dell’indicibile, della vergogna ripudiata ma non debellata, si avvicendano strani figuri metà umani metà insetti proiezioni dei ricordi di un passato inconfessabile, quello di una famiglia napoletana, emblema di una città rinserrata in una memoria spettrale, confusa. Ricordare. Il leitmotiv dell’opera è tutto racchiuso in questo verbo, nell’ostinato tentativo di riacciuffare i nodi irrisolti di volti, fatti, melodie fino alla rivelazione, ogni volta dolorosa, delle cose così come dovevano andare. Greve fatalismo dell’atavica legge dei vicoli dove la violenza dei gesti, delle parole s’impasta nell’indistinta superbia dei sessi uniti nello squallore e nell’amara consapevolezza che dal passato non si fugge se non con la morte, simbolo ultimo di redenzione per le anime inquiete del presepio napoletano. Sacro e profano, obbedienza e ribellione, vecchia e nuova generazione si affrontano, si mescolano in un universo kafkiano dal quale emerge l’immagine di una città afflitta dalla solitudine dei suoi figli, automi rinchiusi nella gabbia degli stereotipi, detenuti nel carcere dell’antropologica rassegnazione.
Il titolo della rappresentazione, parafrasi di una battuta dell’Amleto, evoca la disperazione di un mondo unico nel suo genere, quello della sceneggiata, archetipo di un corpo malato, quello della città, marcio e consunto. Un ambiente senza speranza, così come descritto dal drammaturgo e regista Antonio Latella affiancato nella scrittura da Linda Dalisi, dove regna sovrano e incontrastato lo strisciante parassitismo del vivere alla giornata in una lotta intestina combattuta nelle viscere purulente del ventre della città.
C’è del pianto in queste lacrime è un progetto di Antonio Latella, coprodotto da Napoli Teatro Festival Italia, Teatro Stabile di Napoli e la neonata compagnia Stabile/Mobile del regista. Scenografia minimalista, dal forte impatto visivo. Ottimi gli interpreti, tra i quali una menzione particolare spetta al giovane protagonista/narratore, Emilio Vacca, efficace maschera tragica. Spettacolo appassionante, a tratti irriverente, forse verso la fine cede un po’ alla stanchezza ma vale l’occasione di riflettere sull’enigmatica origine della tradizione popolare di cui ogni napoletano è testimone, volente o nolente, nel linguaggio e nei gesti.
Lo spettacolo, inserito nella stagione teatrale 2012-2013 di Teatro San Ferdinando, sarà di nuovo in scena nei giorni 30 gennaio- 3 febbraio.
Loredana Orlando




