La spagnola Isabel Ramoneda e l’americana Georgina Spengler presentano a Napoli le loro opere, una di fronte all’altra. I loro paesaggi appartengono alla sfera naturale, ma sono anche paesaggi mentali con i loro velati significati. Entrambe hanno, infatti, la stessa urgenza. Quella di ritirarsi in un luogo lontano, nel contempo povero e prezioso, in quella natura di creazione e di genesi che non si guarda solo ma si sente in empatia.
Emerge una natura che non resta fuori ma che avvolge l’artista e lo spettatore nel groviglio dell’esistenza, avvitandoli in un binomio senza distanze. La loro pittura evoca un naturalismo offuscato, con un filo rosso che ha un capo tra le Ninfee di Monet e si allunga, in una più ampia accezione panteistica, sino all’onda dell’Informale.
Agosto 2010
Ivana Porcini