Il governatore Caldoro: «la Campania ha le ore contate». Il piano prevede altri siti per l’immondizia a Marano, Giugliano, Santa Anastasia e Comiziano
NAPOLI— Chiaiano, Marano, Sant’Anastasia, Giugliano Comiziano. Ecco dove dovrebbero sorgere i cinque siti da adibire a discarica proposti dal commissario Annunziato Vardé. Tuttavia, alcuni sindaci dei Comuni interessati avrebbero già fatto pervenire il loro preventivo no. In particolare il primo cittadino di Giugliano, Giovanni Pianese, che ha sottoposto all’attenzione dell’ex viceprefetto di Varese una disposizione normativa del 2007 che esclude l’area, già ampiamente vessata nel passato dallo stoccaggio delle ecoballe, da qualunque altro impianto per lo smaltimento dei rifiuti. Insomma, il rischio è che oltre all’emergenza ambientale ora possa esplodere quella sociale, con focolai di protesta che già si affacciano nelle varie località prese in considerazione.
Dalla Provincia di Napoli fanno sapere che le indicazioni del commissario alle discariche sono prese in piena autonomia, benché assicuri la totale collaborazione tecnica al difficile lavoro che sta eseguendo» . Quasi rimarcare una distanza di fatto dalle scelte impopolari del delegato all’individuazione e alla realizzazione delle cinque nuove discariche. D’altronde, sulla mappa dei tecnici di Regione e Provincia gli ultimi spazi di stoccaggio disponibili cadono come birilli, quasi si stesse disputando una battaglia il cui esito sembra già segnato. L’unico, vero, concreto argine allo scivolamento sicuro verso una nuova crisi, al momento, sarebbe rappresentato dal salvacondotto offerto dalle Regioni.
Il governatore Stefano Caldoro ha spiegato ai suoi colleghi, durante la lunga riunione della conferenza delle Regioni, che la «Campania ha le ore contate» . Ma in particolare, Caldoro tenterà questa mattina, alla ripresa dei lavori, di spingere in avanti la sua posizione. «Ora -ha anticipato - è necessario tradurre in accordi concreti, capaci di garantire i necessari nullaosta, la disponibilità data dalle quattordici Regioni italiane per aiutare la Campania. Sono pronto a firmare sin da subito eventuali accordi con le diverse realtà territoriali. La situazione campana è ai limiti dell’emergenza, abbiamo tutti gli impianti saturi e disponiamo di pochissime ore per risolvere la situazione» . Infine, il tema centrale della partita del presidente della Campania: la possibilità che il commissario Vardé possa operare senza inciampare nelle ostilità dei sindaci e nei contraccolpi paralizzanti delle contestazioni normative: «Anche in Campania - ha concluso - è necessario conferire più responsabilità e poteri ai sindaci, i quali dovranno avere le opportune autorità e competenze sul fronte generale dei rifiuti» . Intanto, a Montecitorio si tenta di lavorare a ritmi serratissimi per modificare il decreto rifiuti (che scade il 30 agosto) di modo che, dopo l’esame in commissione ambiente, possa arrivare all'attenzione dell’aula già il 18 luglio. Oggi pomeriggio sono previste le audizioni di Caldoro e del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, assieme ai presidenti delle Province di Napoli e Caserta, Luigi Cesaro Domenico Zinzi (quest’ultimo ha già fatto sapere che sarà contrario ad accogliere più rifiuti da Napoli nella discarica di San Tammaro), e al presidente dell’Asia, Raphael Rossi; mentre è stato fissato per lunedì il termine per presentare gli emendamenti.
La situazione, del resto, si fa obiettivamente drammatica, almeno come viene illustrata dagli uffici provinciali e regionali. I siti temporanei di Acerra e Caivano sono saturi. Lo stir di Caivano pure ha ceduto. Tra oggi e domani toccherà agli impianti di tritovagliatura di Giugliano e di Tufino chiudere i battenti. E la spazzatura tornerà a dilagare per le strade. In verità, tranne la mole enorme dei giorni scorsi, le strade di Napoli e della provincia continuano ad essere discariche a cielo aperto. «Siamo riusciti a ridurre le giacenze in una settimana -ha commentato sconfortato Raphael Rossi, presidente di Asia -e negli ultimi due giorni siamo tornati indietro, con un aumento di 150 tonnellate. Insomma, la situazione va peggiorando. In città ci sono ancora 1330 tonnellate a terra. E non sappiamo dove sversare» . Segnali di intemperanza si sono registrati ieri al corso Vittorio Emanuele, dove alcuni cittadini per protestare contro la mancata raccolta della spazzatura hanno riversato per strada i sacchetti, provocando disagi alla circolazione. Il sindaco di Napoli, de Magistris, ha, invece, continuato a tenere alto il morale: «Ci sono troppe ciucciuettole che godono all’idea che Napoli ritorni ad affondare nei rifiuti, ma attualmente non c’è nessun pericolo che questo si avveri. Fin quando ad attendere che Napoli ritorni in piena emergenza sia la Lega Nord, lo capisco perché ha ragioni politiche -ha continuato il primo cittadino -, ma che lo faccia chi ha anche il governo di uffici della città, che possono contribuire a non fare disinformazione, è inaccettabile perché così non si aiuta Napoli» .
Angelo Agrippa - Fonte: Corriere del Mezzogiorno
07 luglio 2011







