Armando Coppola e Carlo Pelanda ne discuteranno presso il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di piazza Dante (Napoli), venerdì 21 settembre ore 17.30
Il progresso, inteso come miglioramento continuo della condizione umana, è in crisi nella società del capitalismo democratico. I modelli occidentali che hanno prodotto nel corso del secolo scorso la crescita più prodigiosa al punto da generare un miglioramento diffuso.
Carlo Pelanda nel saggio Il Nuovo Progresso, analizza le ragioni di una crisi che pare irreversibile al punto da imporre nuovi modelli di governo e di intervento, e disegna scenari per favorire il ritorno al progresso, individuando gli strumenti per pensarlo e avviarlo.
Nel corso degli ultimi decenni si è diffusa una forma di protezionismo sociale dettato dall’affermazione dei modelli di una sinistra burocratica e di una destra statalista in materia economica e di forme di populismo che hanno conquistato la guida dei governi nazionali.
Si è così diffuso un pensiero debole che ha sostenuto il finanziamento dei deboli in luogo della loro trasformazione in forti; in economia la stabilità a costo di una drastica contrazione della fiducia; un modello di ordine sociale burocratizzato laddove la norma prevale sulla realtà.
In un simile scenario la diffusione della ricchezza, dettata dal ciclo virtuoso dei fattori di libertà, capitale e tecnica, si è arrestata, dando il via a processi regressivi. La democrazia mostra sintomi di degenerazione e la sua diffusione mondiale appare bloccata. La filosofia critica molto e costruisce poco. La fiducia nella tecnica è limitata da paure eccessive e ciò riduce e rallenta le soluzioni tecnologiche. Tutto questo accade perché le grandi astrazioni e i modelli che hanno spinto il progresso nel passato non sono stati rinnovati e non funzionano più.
Occorre ritornare all’affermazione del pensiero liberale, che non si riduca alla teoria dello Stato minimo ormai fin troppo primitiva e insufficiente, superando le semplificazioni di un capitalismo di massa per il quale è sufficiente aumentare la libertà per la sua realizzazione. Questo lo ha indebolito rendendolo vulnerabile alla sfida con quello di sinistra, populista e limitativo perché incapace di dare risposte alle nuove domande. In questo modo è diventato anch’esso pensiero debole pur difendendo il principio fortissimo della libertà. Non basta quindi togliere la teoria del progresso dalle mani incapaci della sinistra e del pensiero limitativo, ma bisogna ricollocarla entro un pensiero liberale meglio organizzato e per questo più forte. Ed il pensiero forte è quello che difende la libertà sapendola organizzare affinché possa restare massima senza produrre distorsioni.
Serve una revisione/innovazione così ampia delle teorie da giustificare la ricerca di un “nuovo” progresso. Non “nuovo” perché il progresso possa essere definito in modo diverso dalla sua individuazione sintetica, attraverso la relazione tra libertà, capitale e tecnica. Nuovo perché per restare amplificante la relazione combinatoria ha bisogno di innovazioni ed aggiunte discontinue.
Per raggiungere l’obiettivo, Carlo Pelanda traccia 7 missioni per avviare la riparazione e l’innovazione del ciclo libertà-capitale-tecnica:
1) rilanciare il capitalismo di massa via nuove garanzie;
2) riqualificare ed estendere la Rivoluzione democratica;
3) dare un’architettura verticale e democratizzante al sistema globale;
4) cercare una nuova sintesi nella filosofia morale;
5) aggiungere alla filosofia dell’analisi quella della costruzione;
6) ricaricare di fiducia le soluzioni tecnologiche discontinue;
7) passare dal pensiero debole a quello forte.
Ne discuteranno il Presidente della IV Municipalità di Napoli, Armando Coppola, l’autore del libro e i rappresentanti del mondo politico ed economico della città di Napoli. Perché non potrà esistere un nuovo progresso se non si darà il via alla stagione della Buona Politica e del Buongoverno.
Appuntamento fissato per VENERDÌ 21 SETTEMBRE alle ore 17.30 presso il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di piazza Dante a Napoli.







