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da Legno Storto:

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Zoo di Napoli salvo, Mostra d'Oltremare da rilanciare

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Bene il salvataggio, ma non si smembri la mission del polo fieristico
L’odissea dello zoo di Napoli sembra essersi conclusa positivamente. L’imprenditore Floro Flores è il nuovo proprietario.
Oltre a salvaguardare gli attuali livelli occupazionali (15 dipendenti), il piano di rilancio della singolare struttura flegrea prevede investimenti per oltre 6 milioni di euro per la trasformazione del giardino zoologico in un moderno bioparco. Una trasformazione che per i suoi risvolti finanziari e strutturali segnerà un’ulteriore tappa dello smembramento della Mostra d’Oltremare. Una metamorfosi che comunque non potrà non tener conto dei vincoli di tutela che gravano sulla struttura e della rilevanza del patrimonio botanico.

Già perché lo zoo di Napoli ha una sua storia che lo differenzia da tutte le altre strutture del genere esistenti sul territorio nazionale.

Flop differenziata, Comune denunciato alla Corte dei Conti

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La denuncia riguarda la mancata attuazione delle direttive della Comunità Europea in merito alla raccolta differenziata
Il Movimento Cinque Stelle di Napoli ha presentato una denuncia esposto presso la Procura Regionale della Corte dei Conti nei confronti del Comune di Napoli per non aver attuato le direttive europee sulla raccolta differenziata. Stando al dettato della legge, si sarebbe dovuto raggiungere l'obiettivo del 65%, ma la raccolta differenziata è rimasta invece ferma al 21,20% come da dati rilevati dall'ORR Osservatorio Regionale dei rifiuti.

Al di là delle cifre, è evidente il grave pregiudizio per la salute dei cittadini e per le disastrate casse del Paese. L'Italia, infatti, per lo stesso motivo ha perso 46 milioni di euro destinati dalla Comunità Europea ed è stata condannata al pagamento delle spese di giudizio in quanto il ricorso presentato per ottenere tali fondi è stato rigettato; si aggiunga che già da diversi anni la tariffa TARSU ha subito aumenti dovuti proprio alle infrazioni delle direttive europee da parte della Amministrazione Comunale di Napoli nella gestione dei rifiuti, e nello stesso periodo si registra la mancata messa in opera di soluzioni volte alla riduzione del rifiuto, prima regola necessaria all'attuazione di un ciclo virtuoso dei rifiuti, ciò nonostante le continue sollecitazioni di cittadini e comitati in tal senso.

Il destino di Napoli è nel Mediterraneo...

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...ma l'amministrazione cittadina non lo sa
Paolo Macry, in un recente fondo domenicale del CdM, ha analizzato da par suo le mutazioni genomiche e le tare della maggioranza partitica a “geometrie variabili” che sostiene l’azione amministrativa del sindaco arancione di Napoli.
Per l’autorevole cattedratico si tratta di una maggioranza trasformista ed, in quanto tale, debole e ricattabile. Ineccepibile. Ad osservare con distacco il passaggio dall’uno all’altro fronte dei consiglieri comunali, la rapidità con cui cambiano idee e ragioni - mai e poi mai riguardanti l’interesse generale della città – riporta alla mente il volo degli storni. Per numero, non siamo di fronte all’imponenza dello stormo di volatili che nei cieli italiani dà vita, in rapida sequenza, ad incredibili forme geometriche, ma l’assemblea comunale col suo defilarsi nei particulari per poi rapidamente ricompattarsi con mutato aspetto per riprendere la mera gestione del potere, senza alcun dubbio ne ricorda il modello comportamentale.

La Villa dei Misteri

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Qui dove il mare luccica e tira forte il vento… Nel nostro caso non c’è una terrazza ma uno storico parco, incastonato sulla costa tra Mergellina e Megaride. Più di 110 mila di metri quadrati di verde, fontane e monumenti, tutelati da vincoli paesaggistici e monumentali, costituiscono da oltre due secoli un luogo di socializzazione, distensione e cultura per l’intero popolo di Napoli. Nel corso della sua tormentata esistenza ha fatto da nurse ad almeno dieci generazioni di napoletani tra paperelle, caprette e pony, dallo jo jo alle moderne attrezzature ludiche. Ha poco più di due secoli ma ne dimostra molti di più.

Negli ultimi vent’anni però, il fisiologico decadimento del verde, ha subito una brusca accelerazione. In proposito se ne sono dette tante dando libero sfogo alla fantasia o alla mala fede… la verità è che nello storico parco non vengono eseguite le elementari cure culturali (difesa dai parassiti, potature, arieggiamento dei prati, concimazioni) perché incredibilmente, in una città a forte vocazione turistica, non esiste il relativo capitolo di spesa nel bilancio comunale.

Ex Dazio a rischio crollo

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La denuncia del consigliere Palmieri: "In via Ponte Granili è necessario un intervento urgente"
Un intervento urgente del settore Tutela del Territorio del Comune di Napoli per scongiurare il pericolo per l’incolumità pubblica costituito dalle precarie condizioni di staticità della dalla facciata dell’ex Dazio di via Ponte dei Granili. A chiederlo è il consigliere comunale Domenico Palmieri, capogruppo di Liberi per il Sud del Consiglio Comunale di Napoli.

“Ho provveduto a consegnare oggi stesso la segnalazione del caso chiedendo un intervento di messa in sicurezza urgente al settore di competenza del Comune, corredando la segnalazione anche di documentazione fotografica, dopo aver verificato insieme al consigliere della IV Municipalità, Rosario Arino, che all’altezza del civico n. 33 di via Ponte dei Granili, sotto la facciata già pericolante dell’ex Dazio, la fanno da padrona calcinacci e reti di protezione divelte che già di per sé costituiscono un pericolo per la pubblica incolumità”.

Incendio a Napoli Est

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Le fiamme in prossimità del Centro Direzionale. Evacuato un edificio
Un importante incendio è scoppiato nell’area orientale di Napoli, in prossimità della Rotonda di Gianturco, a pochi metri dal Tribunale di Napoli.

Ad andare in fumo sterpaglie e rifiuti abbandonati nell'area in prossimità dell'uscita dell'autostrada e del raccordo con la superstrada che collega i comuni vesuviani (quest'ultimo tratto è stato chiuso in via precauzionale).

Chiuso per ferie: il trasporto pubblico a Napoli

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Napoli città turistica... ma non in estate
Mentre viene approvata la delibera che dà il via alla fusione definitiva delle partecipate Anm, Metronapoli e Napolipark, con un presunto risparmio di circa 10 milioni di euro, il trasporto pubblico cittadino, quello con il quale entrano in contatto tutti i giorni cittadini e turisti, è ridotto sempre più ai minimi termini.

Nella Napoli che vorrebbe fare del turismo e dell’accoglienza il suo fiore all'occhiello, al punto da investire svariate decine di milioni di euro in eventi per migliorare l’immagine della città nel mondo, le stazioni dell’arte della metropolitana, altro vanto della città, restano chiuse.

Un episodio emblematico è avvenuto nella giornata di martedì con un gruppo di turisti che si sono imbattuti nei cancelli serrati della stazione di via Toledo della metropolitana. Alla richiesta di informazioni, uno dei turisti si è sfogato: “ma funziona una cosa in questa città?”. Si sentiva vittima di una sorta di macumba in stile fantozziano, dagli autobus pressoché inesistenti alla mancanza di informazioni sui percorsi turistici. I cartelli dei monumenti imbrattati come contorno di un’esperienza vissuta in una città sempre più abbandonata al degrado e all’incuria.

Dove sbaglia Maurizio de Giovanni

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In una Napoli in cui le classi e i ceti sociali hanno vissuto sempre in modo isolato, c'è un pezzo di società che oggi si sta ribellando al tentativo di cancellare la memoria storica della città
In una recente intervista rilasciata a Parallelo 41, nella quale si chiedeva se Napoli fosse una città senza speranza, lo scrittore Maurizio de Giovanni ha sostenuto, confermando nella buona sostanza la tesi del giornalista, che “Napoli è una città che ha perso la sua identità” ove i cittadini hanno “perso il senso della comunità… e che la perdita di identità è la gravissima colpa, originaria, della borghesia napoletana che si isola, si disinteressa della propria città, si chiude nei suoi salotti”.

Ma quale identità avrebbe perso? Quella territoriale messa a dura prova dalla dilagante cachistocrazia, quella sociale altrimenti detta “senso di comune appartenenza”, o quella definita da una funzione economica dominante?

Non credo che si fosse riferito al complesso geologico, orografico, naturalistico paesistico che compone e caratterizza la forma ed il territorio della città. A parte la migrazione ottocentesca della nascente borghesia industriale verso l’occidente con la susseguente urbanizzazione del “Rione Amedeo” e del colle posillipino, gli sconvolgimenti del “Risanamento” e quelli più contenuti delle bonifiche fasciste, “Napoli centrale” è rimasta pressoché inalterata da secoli tanto che anche ad un occhio non allenato è possibile riconoscere l’impianto urbanistico greco-romano e, risalendo per i rami della storia, quello svevo-angiono, aragonese, spagnolo, borbonico e così via. Persino le degradate ed estese periferie urbane, monumenti all’illegalità incontrastata, continuano immobili a mostrarsi nella loro alienante desolazione, avulse come sono da qualsiasi ipotesi di un loro recupero ad una dimensione umana. Paesaggisticamente la città resiste nonostante il notevole impegno che sta profondendo il sindaco de Magistris per stravolgere la stupenda litoranea borghese, il luogo che universalmente richiama valori e tradizioni di Napoli.

L’Assessora irresponsabile

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Ho seguito la conferenza stampa della Assessora Tommasielli convocata dalla stessa per dare giustificazioni alla città sulla vicenda delle multe che l’ha colpita. Io mi sono già espresso sul caso con due post su questo blog (assessora convinca suo cognato a pagare le multe - le dimissioni della assessora cosa farebbero gli inglesi). Devo dire che sono dispiaciuto che questa vicenda si trascini ma credo che la terza città del paese debba avere di più! Comprendo lo stato della assessora sospesa, ma non ci possiamo permettere un passo indietro occorre che qualcuno in questa città dica senza mezzi termini come stanno veramente le cose.

L’assessora dichiara di essere stata nel corso della sua azione rigorosa e trasparente di aver lottato contro i poteri forti e di pagare uno scotto per essersi posta in contrasto con De Laurentiis. Io posso dire di non essermene accorto! In più occasioni ho dovuto registrare un senso di solitudine quando ho richiamato l’attenzione sui temi di cui l’assessora oggi si dichiara paladina, fino a quando noi di Ricostruzione Democratica siamo stati costretti a chiederne le dimissioni, ben prima dei gravi fatti su cui si indaga. Fin dall’inizio di questa avventura ho sempre ritenuto che occorre opporre ad una politica irresponsabile, politici responsabili, cosa che è mancata in molte occasioni proprio alla assessora in settori (lo sport, impianti sportivi e pari opportunità) che io ritengo assolutamente centrali.

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