Approvato dalla Giunta comunale un progetto di riqualificazione con un impegno di spesa di 400 mila euro.
Piazza Carlo III vive in uno stato di abbandono e degrado da svariati anni. Il Real Albergo dei Poveri, ancora lontano dall'essere restaurato completamente, costituisce un corpo estraneo, incapace di entrare nel vissuto del quartiere.
Terra di confine, divisa tra due municipalità, rientra nell'asse viario principale, di competenza dell'amministrazione comunale. Proprio la Giunta comunale, raccogliendo le proposte di un comitato civico locale, ha annunciato la realizzazione di opere di riqualificazione per un investimento pari a circa 400 mila euro. Una cifra consistente, per la quale sarebbe lecito attendersi una trasformazione radicale. Il progetto, realizzato dagli uffici tecnici del Comune, si presenta invece come una semplice riverniciatura della facciata, con la pulizia e la ridefinizione delle aiuole, la piantumazione di nuove piante, la sistemazione di giochi per i bambini, la ripavimentazione della parte centrale e la realizzazione di alcuni interventi lungo i marciapiedi.
Così come emerso dalla conferenza dei servizi, gli interventi in cantiere risultano parziali, ma soprattutto non rispondono al vero problema che ha investito l'area: lo stato di abbandono. La realizzazione di opere, anche particolarmente costose, si scontra con i risultati deludenti già registrati in altre aree sottoposte a lavori di riqualificazione. Il mancato presidio del territorio, l'assenza di un adeguato controllo, la mancata cura del verde e della pulizia, costituiscono le ragioni per le quali piazza Carlo III appare oggi terra di nessuno. Del resto per ridare dignità al quartiere non è sufficiente un intervento una tantum, con importante esborso di denaro pubblico, ancor di più se non si è in grado di garantire un livello di tutela costante e duraturo nel tempo.
IL PROGETTO - La nuova piazza disegnata dall'architetto Ugramin, non subirà sostanziali modifiche. La sua parte centrale continuerà ad essere un corpo distaccato rispetto al resto della piazza, con l'oggettiva difficoltà di attraversamento dei pedoni, già in passato tra le cause della mancata frequentazione dell'area verde. È previsto il potenziamento dell'illuminazione, la messa a dimora di nuovi alberi, con l'aggiunta di iniziative di sviluppo economico locale attraverso la realizzazione di mercatini dell'antiquariato. Alla luce delle fallimentari esperienze riscontrate in altre zone della città, anche per piazza Carlo III si parla di predisporre info point turistici, la cui gestione costituisce un particolare al momento ignorato.
IL RUOLO DEL COMUNE - Da mesi il Sindaco de Magistris ha instaurato contatti stretti con il Comitato Civico Piazza Carlo III, sponsor del progetto. Se da un lato questo dovrebbe essere salutato con viva soddisfazione per il coinvolgimento degli attori locali nelle decisioni, dall'altro configura un rapporto esclusivo con una realtà territoriale che non è certo espressione delle esigenze e della volontà della comunità ivi residente, con il rischio di trasformare l'approvazione di progetti in concessioni elargite per rafforzare il consenso personale e favorire interessi di parte. Con l'aggravante di non avere un'idea chiara di sviluppo del contesto, all'interno del quale inserire le opere di riqualificazione.
L'ALBERGO DEI POVERI E L'ASSENZA DI UN MASTERPLAN PER LA PIAZZA - L'elemento di maggior debolezza del piano di piazza Carlo III è rappresentato dall'assenza di Palazzo Fuga. Qualsiasi intervento da realizzare non può prescindere dall'ex Albergo dei Poveri e dalla individuazione della sua destinazione d'uso. Sottoposto a un lento processo di ristrutturazione, il monumentale edificio settecentesco è stato oggetto di promesse e annunci. Nel giro di pochi anni è stato investito del ruolo di casa del teatro, dell'artigianato e dell'antiquariato, di città della musica, città dei giovani, e in ultimo, con la restituzione alla sua originaria funzione, casa dei senza fissa dimora. In sostanza si continua a brancolare nel buio, privi di un masterplan coerente, in grado di ridisegnare realmente la vita dell'intera zona.
Per tali ragioni fanno sorridere i toni entusiasti di politici e rappresentanti locali, che si sono spinti a parlare di un segno epocale di cambiamento, quasi un momento storico. Se la notizia della sistemazione di due panchine e di qualche giostrina, con l'aggiunta di piante che non riceveranno alcuna cura, viene salutata con toni trionfalistici, evidentemente si è perso completamente il contatto con la realtà e con le esigenze concrete alle quali l'amministrazione centrale continua a non dare risposte. Piazza Garibaldi, separata da piazza Carlo III dal solo corso Garibaldi, è lì a rammentarci che non esiste rinascita con la semplice posa di qualche fioriera. La riproposizione quotidiana dei mercatini della vergogna, dove la merce esposta è quella recuperata direttamente dai cassonetti di rifiuti, sacche di delinquenza diffusa, attività illecite realizzate alla luce del sole, fanno crescere solo lo sconforto per una città invivibile, con la beffa dell'inutile spreco di denaro.







