Campania, Compagnie teatrali sul piede di guerra

Scoppia la polemica tra gli operatori dello spettacolo e la Regione
Volti tirati, umore nero quello scorto tra i rappresentanti dello spettacolo campano in parte riunitisi nei vicoli stretti dei Quartieri dove ha sede il Teatro Nuovo di Napoli, luogo della protesta. Tra gli ospiti invitati all’incontro figurano l’ex Governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino, l’ex assessore regionale Corrado Gabriele. Assenti, seppur invitati, l’attuale Presidente della Regione, Stefano Caldoro e i rappresentanti della giunta regionale.

Il teatro concepito come lavoro, come un sistema di regole da garantire mediante l’utilizzo dei fondi regionali destinati alla tutela del rapporto tra impresa e spettacolo, fucina di occupazione e di talenti. Invece- questa è l’accusa mossa dall’Artec, l’associazione regionale teatrale della Campania- si assiste all’uso spregiudicato dei fondi da parte della Regione elargiti in misura cospicua ad eventi  le cui rappresentazioni occupano un breve periodo rispetto alla programmazione annuale offerta dalla scena teatrale campana.

La discussione, infatti, verte sulla macchinosa applicazione della Legge Regionale n 6, 2007, approvata dalla Giunta guidata da Bassolino in merito alle competenze della Regione sulla “Disciplina degli interventi regionali di promozione dello spettacolo”. La Legge è stata definita una legge di sistema nel cui testo si evince l’obiettivo di comprendere il Teatro nel reticolo delle imprese dello spettacolo. La Legge 6 propone la tutela delle eccellenze prodotte dalle attività lavorative necessarie per gli allestimenti teatrali, creando così un vero e proprio sistema tra Teatro e Lavoro. Tuttavia, sottolinea Vincenzo D’Onofrio direttore dell’Artec, oggi lo stesso impianto della norma sullo spettacolo è stato smantellato, nonostante le modifiche da apportare sollecitate a gran voce dai rappresentati del teatro campano. Motivo della polemica è, infatti, «la richiesta di pari dignità tra pubblico e privato, la cui bilancia pende solo a favore del settore pubblico. Il rischio- continua D’Onofrio- è una sproporzione tra le provvidenze destinate al pubblico e la stabilità del lavoro». L’accusa mossa da D’Onofrio, insieme al vicepresidente dell’Artec, Gianni Pinto, è l’approvazione in consiglio regionale di emendamenti ad hoc per finanziare la macchina dei grandi eventi le cui spese già assorbono i fondi stabiliti dalla Legge stessa. Su questo tema anche Antonio Bassolino esprime il proprio disappunto sulla pratica ormai ordinaria degli emendamenti, ammettendo- tuttavia- che la stessa norma deve essere ridiscussa in quanto occorre valorizzare l’intero sistema artistico campano, attraverso la convergenza dei vari fondi erogati in materia come i Fus e i Por.

Il riferimento polemico dei promotori dell’incontro è chiaramente rivolto al Napoli Teatro Festival Italia, rassegna annuale i cui spettacoli sono in cartellone per un breve periodo (quest’anno la programmazione è stata ridotta a soli 20 giorni nel mese di giugno). I rappresentanti dello spettacolo precisano che la protesta non intende colpire direttamente la manifestazione teatrale diretta da Luca De Fusco, ma vuole porre l’accento sulla politica condotta dalla Giunta regionale volta a tutelare con modifiche arbitrarie alla norma esistente gli eventi privi di quell’eccellenza tanto decantata dalla Legge stessa. Infatti, rimarca Pinto, si assiste «all’assenza di attenzione alle attività ordinarie che consentono il lavoro per tutto l’anno. I soldi ci sono, ma sono distribuiti solo alle istituzioni pubbliche». Il vicepresidente dell’Artec contesta “i contributi fuorilegge erogati dalla Regione, in eccesso rispetto ai fondi stabiliti dalla Legge 6/2007”.

Ma quanti sono i soldi stanziati dalla Regione? I fondi ammontano a 60 milioni di euro di cui 58 sono destinati a 9 istituzioni tra le quali rientrano i 13 milioni destinati al Napoli Teatro Festival che raccoglie anche i fondi Pac per il Mercadante- il Teatro Stabile di Napoli diretto anch’esso da Luca De Fusco- (2 milioni), elargiti proprio nei giorni scorsi sempre dalla Giunta regionale, 12 milioni al San Carlo e 11 milioni più altri 5 per il prossimo Forum delle Culture sulla cui programmazione regna un imbarazzante silenzio (Fonte: la Repubblica. it, 24 giugno). Come si evince dalla distribuzione dei fondi, ben poco rimane alle compagnie private la cui stabilità dipende dalla tutela delle attività lavorative ordinarie fondamentali per la sopravvivenza delle medesime compagnie.

Nel corso dell’assemblea non sono mancati momenti di tensione tra le sigle sindacali presenti in sala ed alcuni attori, tra questi l’energico Renato Carpentieri, in riferimento alla mancanza di sostegno nella lotta ai diritti dei lavoratori dello spettacolo.
Loredana Orlando