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da Legno Storto:

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Cinema

Napoli teatro della “Voce Umana” nel nuovo film con Sophia Loren

Presentato, in anteprima al Teatro Mercadante, il cortometraggio tratto dalla pièce teatrale omonima di Jean Cocteau con la regia di Edoardo Ponti.

Sophia Loren ha realizzato un desiderio coltivato da anni. Interpretare il ruolo di Angela, ruolo che fu di Anna Magnani nell’episodio “L’amore” diretto da Roberto Rossellini. Desiderio che si è compiuto nella sua Napoli che fa da sfondo, solo in apparenza stridente, alla solitudine di una donna. La viscerale presenza della città si mescola all’appassionata interpretazione di una donna, e di un’attrice, fortemente legata agli affetti, ai luoghi, ai ricordi.

Cinema Vittoria, proiezioni all’avanguardia per la storica monosala del quartiere Vomero-Arenella

Il Vittoria, monosala cittadina (in attesa di inaugurare una seconda sala), festeggia 75 anni dall'apertura dopo una radicale ristrutturazione e il montaggio, unica sala a Napoli con il Modernissimo, del nuovo proiettore digitale 4K. Si comincia l’11 febbraio con il documentario Pompei. Serata speciale per il 14 febbraio con il classico Colazione da Tiffany che verrà proiettato in 4K, strumento digitale della Sony, in grado di valorizzare i film sul grande schermo rispetto alla consueta proiezione in 2K.


In un contesto culturale particolarmente critico per Napoli, dove tra chiusure di storiche librerie – come Guida prima con la sede del Vomero poi con la sede di Port’Alba – e la cessata attività di grandi cinema cittadini come l’Arcobaleno – un soffio di vitalità sembra essere offerto dalla monosala vomerese.

"Evitiamo il depauperamento della vita sociale e culturale della nostra città", questo l'appello lanciato dall'AGIS Campania dopo la chiusura della multisala Arcobaleno.

Il Vittoria fa quindi un balzo nel futuro, ricordando però la storia di un cinema nato nel lontano 1939 e che oggi celebra tre quarti di secolo di attività: per celebrare la ricorrenza la società di gestione, la “Spec Cinematografica” ha deciso di offrire all'affezionato pubblico, fidelizzato con uno storico cineforum che da sempre presenta un prodotto accuratamente selezionato, una programmazione di contenuti alternativi, come la digitalizzazione consente, per soddisfare i palati più disparati.

Si comincia l'11, 12 e 13 febbraio (ingresso 4 euro) con Pompei, l'acclamato documentario del British Museum, che ripercorre la storia del 79 a.C. in maniera nuova ed originale (ci saranno anche delle proiezioni per le scuole su richiesta). Il giorno di San Valentino (ingresso 7 euro) ci si potrà invece tuffare nel romanticismo con Colazione da Tiffany, capolavoro di Blake Edwards con Audrey Hepburn, realizzato in 4K e che potrà essere gustato al massimo solo sul grande schermo del Vittoria, dotato di questa apparecchiatura.

Ma gli appuntamenti di qualità proseguiranno con il 19 febbraio con l'Aida di Giuseppe Verdi nella realizzazione discussa de La Fura dels Baus all'Arena di Verona, per poi passare, il 26 febbraio, al fenomeno di Natale Spaghetti Story, l'opera prima di Ciro de Caro, diventata un autentico caso per il grande successo riscosso a Roma e per gli ottimi risultati nei festival in cui è stato proposto. Il 5 marzo Guido Lombardi e Gaetano di Vaio presenteranno Là-Bas, il film che ha rivelato il talento del regista napoletano.

L'11 marzo è la volta di Enzo Avitabile Music Life, il documentario di Jonathan Demme nato dopo l'incontro dei due grandi talenti al Napoli Film Festival (che collabora alla realizzazione del programma) ed infine, per questa prima parte di celebrazioni, il 18 marzo tocca ad Alessandro Rak presentare il film di animazione L’arte della felicità, che ha avuto un notevole successo a livello internazionale.

Abbiamo cercato di mettere su un cartellone di eventi di spessore culturale – spiega Mario Violini, uno dei soci del Vittoria – per festeggiare il nostro anniversario e reagire alle difficoltà che il settore sta vivendo. Vogliamo rilanciare con contenuti diversi la centralità di una sala cinematografica sempre più importante nel mantenere attiva e vivace la vita serale di un grande quartiere come il Vomero-Arenella che si sta trasformando in maniera strisciante in quartiere dormitorio, dove la cultura nelle forme più disparate, dalle sale cinematografiche alle librerie, non ha più spazio”.

Leonardo Pieraccioni: Un fantastico via vai

Dopo aver toccato vette di autocitazionismo francamente inaccettabili con Finalmente la felicità, Leonardo Pieraccioni, il sempregiovane della commedia italiana, torna nelle sale con un film (era ora) di segno opposto rispetto al recente passato. Un film che la critica ha già stigmatizzato (con definizione sempre più abusata) della maturità artistica.

Fortunatamente Il ragazzo di provincia, un po’ sfigato e buffo, il cazzaro di talento, sedotto e non abbandonato dalla modella di turno (preferibilmente sudamericana), sembra essere definitivamente alle spalle. In Un fantastico via vai troviamo (finalmente!)  un  Pieraccioni cinquantenne  non intento a falsificare i propri dati anagrafici, con le sue rughe, segni inconfutabili del tempo. Il protagonista del film, Arnaldo, è la controfigura, ingrigita e matura, di Levante, il giovane ragioniere la cui vita viene  improvvisamente  sconvolta dal Ciclone dell’amore, nell’omonimo film Cult del 1996.

Paolo Sorrentino, ad un passo dalla consacrazione

Achille della Ragione: "Il più grande tra i nuovi registi"
Tra i registi della nuova generazione, Paolo Sorrentino, nato a Napoli 43 anni fa e da sei anni residente a Roma, è certamente il più grande. Dal 2001 ad oggi ha girato sei film e per cinque volte è stato selezionato per il festival di Cannes. Ha vinto David di Donatello, nastri d’argento ed il Prix du Jury a Cannes per il Divo nel 2008, mentre nel 2004 con Le conseguenze dell’amore aveva già fatto incetta di premi. Ha inoltre scritto numerose sceneggiature ed un romanzo - Hanno tutti ragione, che si è rivelato un successo editoriale.

Memorabile fu il suo film su Andreotti, che gli permise attraverso il sommo statista di raccontare le strutture del potere.
Prima di girare il film si recò due volte a trovare il senatore a vita nel suo studio di San Lorenzo in Lucina. Li ricorda con grande emozione, perché incontrare Andreotti significa confrontarsi con un personaggio mitologico. Accompagnato da Giuseppe D’Avanzo di Repubblica, non azzardò domande sulla mafia o sul delitto Moro, anche per la nota abilità del suo interlocutore a schivare le domande più insidiose, ma ne ricavò tanto da poter delineare non solo il ritratto di un uomo straordinario, ma anche di rappresentare i delicati meccanismi con cui si estrinseca il potere.

La verità attraverso il cinema

Achille della Ragione rivisita la carriera del regista Francesco Rosi, ricca di successi, capolavori e di un falso storico generato da Le mani sulla città
Francesco Rosi è uno dei più grandi registi italiani di tutti i tempi. Nato a Napoli il 15 novembre 1922, durante la guerra abbandona l’Università, facoltà di Giurisprudenza, ed inizia a lavorare come illustratore di libri per l’infanzia. Collaborando a Radio Napoli ha modo di conoscere Giuseppe Patroni Griffi, Raffaele La Capria e Aldo Giuffrè con i quali stringe un bellissimo rapporto lavorativo e di amicizia. Nel 1946 il regista Ettore Giannini gli dà modo di entrare nel mondo dello spettacolo scegliendolo come assistente per la messa in scena de Il voto di Salvatore Di Giacomo, mentre nel 1948 è Luchino Visconti a volerlo come aiuto regista per La terra trema, di cui cura anche il doppiaggio in lingua italiana.

Nel 1952 Goffredo Alessandrini, con Camicie rosse, gli offre la possibilità di dirigere alcune sequenze del film ma è il 1958 a segnare il vero e proprio debutto di Francesco Rosi nella regia cinematografica con il film La sfida presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del “Premio speciale della Giuria”, con un grandissimo successo di pubblico e critica. I temi sociali, già affrontati nel film d’esordio, continuano con I Magliari del 1959, mentre nel 1961, con Salvatore Giuliano, inventa un nuovo genere: il film-inchiesta. Il gradimento del pubblico, nonostante l’argomento “tosto”, trattandosi di un vero fatto di cronaca dai risvolti politici, accaduto non molti anni addietro, gli permette di attestarsi al 10° posto nella graduatoria dei film di maggiore incasso dell’anno di riferimento. L’impegno civile continua con Le mani sulla città del 1963, “Leone d’oro” alla Mostra del Cinema di Venezia, che racconta il sacco edilizio di Napoli in base ad accordi, più o meno palesi, tra i poteriforti degli anni ’50.

La Thatcher che non ti aspetti

"The Iron Lady” non è un documentario sulla figura di Margaret Thatcher e neppure un film storico, è semplicemente un film. Un bel film.

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