Giornalisti o comunicatori: come cambia l’informazione nell’era digitale

Nella società digitale fare informazione non è più una prerogativa degli operatori tradizionali della comunicazione. La notizia viene diffusa nel momento in cui l’avvenimento che la origina si compie. La capillarizzazione degli strumenti di diffusione, il giornalismo partecipativo e gli altri fenomeni che contraddistinguono la nostra epoca, mettono in discussione in modo ancora più pressante rispetto al passato, la veridicità delle notizie. La disinformazione poggia sulle debolezze e i limiti di chi si pone oggi non più come lettore passivo, ma come ascoltatore proattivo, in taluni casi vittima e protagonista allo stesso tempo dell’informazione non corretta.

Saper comunicare è divenuto per questo un elemento imprescindibile per ogni operatore della comunicazione, in grado di acquisire la fiducia e la credibilità necessari per essere individuati come ‘fornitori di informazione’ attendibili.

Nell’arco di pochi anni, con una rapidità che non ha eguali nella storia delle tecnologie, la digitalizzazione dei sistemi di comunicazione ha trasformato l’assetto e l’esperienza dei media. L’identità degli apparati (anche dei più longevi, come i giornali, la radio, il cinema), la rete di relazioni che li lega, le modalità di erogazione dei contenuti e il rapporto con i fruitori sono stati così profondamente riconfigurati da rendere improvvisamente inadeguati i tradizionali paradigmi della comunicazione mediata. (Treccani)

Essere giornalisti comporta sapersi muovere nella nuova dimensione della notizia e della sua diffusione. Ma oggi come ieri resta immutata la sua missione e le regole alle quali deve rispondere, della corretta informazione e della chiarezza. Con stili e strumenti mutati, essere giornalisti significa andare oltre la notizia, analizzare gli eventi senza ridursi a una narrazione distorta, ricorrere alle fonti primarie, leggere documenti e atti amministrativi, ascoltare dalla viva voce dei protagonisti opinioni e analisi, verificare le informazioni raccolte, approfondirle e analizzarle.

Quali sono i canali di accesso alla professione, com'è cambiata nel corso degli ultimi anni con l'avvento delle nuove tecnologie e della trasformazione degli strumenti di trasmissione della notizia? Soprattutto, quali sono le caratteristiche perché si possa svolgere al meglio la professione?

MediNapoli organizza percorsi formativi, realizzati e diretti da Peppe Iannicelli, per dare risposta ad ognuna di queste domande, svelando le doti fondamentali per intraprendere la professione ed i canali da seguire per avviare l'attività giornalistica.  Da quest’anno accanto ai tradizionali corsi e laboratori di giornalismo, realizzeremo workshop sulla comunicazione d’impresa e sul giornalismo specializzato.

Da novembre a Napoli.
Info su www.medinapoli.it/formazione oppure scrivi a info@medinapoli.it