Napoli 'Cenerentola dell'Unesco'

Centro storico senza regole: la nuova denuncia del Comitato Portosalvo. Dimenticato il Piano di Gestione del 2011, il Comune inadempiente verso l'ente internazionale che tutela il patrimonio mondiale dell'umanità. E la riqualificazione dei Decumani non decolla.
A 18 anni dal riconoscimento avvenuto nel lontano 1995 la città di Napoli continua a rimanere la “Cenerentola dell’Unesco” con grave pregiudizio per la già difficile economia della città. I “famosi restauri” promessi dai politici e dagli amministratori di ieri e di oggi, nel centro storico più grande e importante d’Europa, continuano infatti a rimanere solo una “promessa da marinai” e il Piano di Gestione che l’Unesco ha chiesto e ottenuto solo due anni fa, per mano della precedente giunta comunale, continua a rimanere fermo nei cassetti di qualche autorevole scrivania di Palazzo San Giacomo.

Nel frattempo, mentre si registrano le ennesime e impietose critiche sulla scarsa capacità di accoglienza e assistenza rivolta ai visitatori dei Decumani, ovviamente generata dalla totale assenza organizzativa di questo prezioso territorio, il grande patrimonio culturale della nostra città composto da chiese, fontane, palazzi e monumenti di gran pregio degrada nell’incuria e nell’abbandono più totale senza rimedio alcuno.

Diverso invece il destino di altre grandi città dell’arte come Firenze che, pur avendo un centro storico molto più piccolo di quello napoletano, ha messo in pratica il Piano di Gestione già dal marzo del 2006 facendo così la fortuna della città e dei suoi cittadini attraverso il turismo culturale con un trend di 12 milioni di visitatori l’anno. Aumenta quindi il divario e la competizione tra Napoli e le vere città dell’arte protagoniste del loro sviluppo economico con il turismo culturale che è il segmento che oggi attiva il 50% delle motivazioni e vale il 30% del fatturato globale del settore - ogni anno i turisti sono 330 milioni (il 40% circa del totale). 

A dimostrazione di un mercato che non si conquista certo con la Coppa America e con il Lungomare liberato, ma solo con la messa in opera di un vero programma di rilancio di questa immensa risorsa storica, artistica e monumentale contenuta nel cuore della nostra città, invano dichiarata dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità.
Fonte: Comitato Portosalvo