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La salvaguardia del patrimonio artistico e paesaggistico nel nome della Costituzione

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Il filo conduttore dell’assemblea pubblica per la salvaguardia del paesaggio, svoltasi presso la Sala Santa Chiara nel centro storico di Napoli, ha focalizzato l’attenzione sul valore unificante del paesaggio, in connessione con la storia e la cultura di un popolo, a fronte delle sistematiche devastazioni compiute dalla politica consumistica dei nostri tempi. Tema quanto mai attuale e particolarmente sentito per quei napoletani sgomenti dinanzi alla reiterata opera di distruzione dei simboli della propria identità storico-paesaggistica. In tal senso risulta pregante l’intervento della coordinatrice dell’assemblea nonché rappresentante del Comitato Civico Posillipo, l’architetto Isabella Guarini, nel sottolineare il “consumismo globale del paesaggio” in riferimento al mancato rispetto dei vincoli paesaggistici disattesi dall’attuale amministrazione comunale.


L’intervento del relatore, prof. Tomaso Montanari (Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Napoli Federico II), ha rimarcato la perdita del concetto unitario di paesaggio nell’ambito delle politiche locali. Infatti il paesaggio è un valore fondante la nostra Costituzione, come recita il secondo comma dell’articolo 9, nel quale si legge che la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Dunque, i padri fondatori della neonata repubblica italiana avevano posto al centro il legame indissolubile tra quegli elementi costitutivi della civiltà e dell’identità italiana. Unità progressivamente allentata e svilita nel suo significato giuridico-culturale con l’attribuzione in materia di valorizzazione, fruizione e gestione del patrimonio artistico ed ambientale alle amministrazioni locali. Tale scenario ha contribuito a creare un distacco dal concetto originario di tutela del bene pubblico, così come espresso dall’articolo 9, fino a giungere ad una monetizzazione dell’identità collettiva finalizzata a tutelare gli interessi di pochi.

In questa prospettiva s’inseriscono le attività delle associazioni civiche presenti sul territorio, nelle quali si rilevano le reiterate violazioni costituzionali perpetrate dalla giunta demagistriana. Come evidenziano gli interventi dei rappresentanti di alcune associazioni presenti in sala, l’attuale amministrazione continua a deliberare provvedimenti di pianificazione urbanistica nel disinteresse dei vincoli storico-paesaggistici del territorio. La pedonalizzazione di via Caracciolo, vanto personale di De Magistris, rappresenta il simbolo dell’annichilimento ambientale, storico, artistico e civico di Napoli.

Pertanto, come ha ben scandito a voce alta Sergio Fedele (Associazione Napoli Punto a Capo), “l’impoverimento del paesaggio è il simbolo del decadimento civico”. La distruzione ambientale, continua ancora Fedele, è frutto di un’atavica indifferenza generale mostrata dalla società civile, in particolare da quelle categorie professionali interessate alla tutela del territorio. L’unico modo per tentare di arginare la deliberata distruzione identitaria del paesaggio e del patrimonio storico e artistico, riprendendo il secondo comma dell’articolo 9, è la costante mobilitazione dell’opinione pubblica al fine di creare una rete civica in difesa dell’identità collettiva.
Loredana Orlando

 

Video intervento di Sergio Fedele

Video intervento di Francesco Iannello

 

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