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IL NEO SOPRINTENDENTE ALLA CITTÀ: I VINCOLI SERVONO!

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UN DURO COLPO ALLA “CARACCIOLO LIBBERATA”
Il nuovo soprintendente, Giorgio Cozzolino, si è presentato alla città con una lunga ed interessante intervista rilasciata al Corriere di Marco Demarco. Se non è un punto di svolta gli somiglia tantissimo. Senza giri di parole, il rispetto dei vincoli torna ad essere la condizione essenziale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico napoletano.
Il discorso non poteva non cadere sul fantasioso utilizzo di via Caracciolo, sottoposta a vincolo paesaggistico, e sull’ipotesi di elevare proprio qui un’arena per gli eventi sportivi e musicali.
E’ difficile poter pensare che il Comune in tale prospettiva possa preservare il valore paesistico dello skyline più conosciuto al mondo senza alterare le sue caratteristiche naturali. Escluse, infatti, le parti distali dell’asse stradale perché prive di spazi adeguati, è la porzione centrale di via Caracciolo ad essere sistematicamente impegnata dagli eventi programmati dall’Amministrazione comunale. Spazio che coincide con il giardino storico della Villa Comunale e con l’area monumentale dedicata ad Armando Diaz , “rotonda” compresa.

La “villa” è uno dei quattro polmoni verdi ereditati da Napoli dai Borbone. Gli altri sono il bosco di Capodimonte, il parco della Floridiana e il Real Orto Botanico. Lo stato di conservazione e di manutenzione del patrimonio botanico non può dirsi ottimale per nessuno dei quattro siti storici, ma quello della Villa comunale è senz’altro il più minacciato. Posto da tempo sotto attacco dall’inutile Linea 6, registra ampi rimaneggiamenti delle sue superfici sia sul fronte della Torretta ove è in via avanzata di costruzione un’altra di quelle faraoniche stazioni (“Arco Mirelli”), veri e propri monumenti alla spocchia degli amministratori locali e allo spreco del denaro pubblico.

Non può essere sottaciuto, infatti, che i costi sostenuti per creare questi musei sotterranei di arte moderna che nessuno verrà mai a visitare, incidono oltre misura sul costo unitario della tratta ferroviaria. In nessuna delle grandi città d’Europa si riscontra qualcosa di simile, così come altrove è inimmaginabile che una società di costruzioni ferroviarie possa impiegare oltre 40 anni per realizzare una rete metropolitana con un incredibile dispendio di risorse economiche.

Percorrendo il lato a monte della Villa comunale ci si imbatte in altri consistenti rimaneggiamenti dello storico giardino. Altri trenta annosi alberi sono stati rimossi. Il diradamento procede incontrastato e diventa sempre più esteso sì da presentare in diversi punti la desertificazione dei luoghi. Sarebbe interessante conoscere le iniziative messe in campo dalla Soprintendenza per contrastarne tale disfacimento.

L’apparente silenzio alimenta dubbi riguardanti le ragioni stesse della sottrazione per mezzo di un’ordinanza sindacale di via Caracciolo alla pubblica fruizione. Vuoi vedere che la cosiddetta “liberazione”, risponde a logiche ben più ampie di risistemazione dell’area protetta per recondite necessità dell’Ansaldo Trasporti? Non sarebbe la prima volta. L’assetto delle piazze Italia e Lala a Fuorigrotta con l’innesto del viale di Augusto non è stato forse stravolto per renderlo funzionale alla Stazione “Lala”? Una “ristrutturazione” che ha accresciuto i tempi di scorrimento dei flussi veicolari con il conseguente innalzamento del tasso d’inquinamento dell’aria. Ma, ovviamente, questo conta poco di fronte al fatto che nella stazione si ammirano le foto d’autore di Castella, Campigotto, Biancardi, Dago e Campos.

Su quello che potrebbe essere il futuro assetto di via Caracciolo le notizie sono scarne. Sembra che in ovattati ambienti comunali si stia discutendo della sostituzione della pavimentazione stradale, dell’illuminazione stradale e della forma prossima ventura da dare complessivamente al tratto di costa. Aspettiamoci delle sorprese.

Il neo soprintendente Cozzolino, in linea di massima, non è contrario alla “valorizzazione di uno dei lungomari più belli del mondo” sempre che questa rispetti i vincoli esistenti e che sia frutto di una progettazione partecipata. Pertanto, non più manifestazioni dozzinali calate dall’alto per giustificare lo scippo dell’arteria stradale, ma un articolato progetto che tenga conto dei valori storici e paesaggistici e del diritto alla mobilità dei cittadini.

Probabilmente, afferma diplomaticamente Cozzolino, occorrerà una variante al Piano Regolatore che modifichi la funzione di arteria stradale affidata sino ad oggi alla Caracciolo e che non dia la stura a nuove ed insopportabili cementificazioni del lungomare. Il che significa che tutto ciò che ivi è stato realizzato, è stato fatto in contrasto con le normative di Piano come da tempo, ed inascoltate, sostengono le associazioni culturali e civiche della città.

La voglia di riportare la legalità del nuovo soprintendente costituisce una ventata nuova e riapre il cuore alla speranza di coloro che per troppe volte sono stati costretti a subire la vista del paesaggio violato e del patrimonio culturale sfregiato.

I baffi calcarei vanno rimossi a cura delle amministrazioni competenti ripete perentorio il soprintendente, così come le stesse – sosteniamo noi di Medinapoli - devono farsi carico dei danni arrecati alla Cassa Armonica di Errico Alvino e al Monumento a Diaz.

Per gli scogli abusivi è stato presentato alla Procura un esposto mentre altri fascicoli potrebbero essere aperti per i danneggiamenti al patrimonio culturale della Caracciolo sfigurata. Certo è che chi pensava di poter disporre liberamente ed impunemente delle testimonianze storiche e del paesaggio della città per la costruzione delle proprie fortune politiche dovrà, da ora in avanti, rivedere i suoi calcoli. O, anche questa volta, come si dice a Napoli, siamo di fronte al fruscio da scopa nuova?
Vedremo…
Lidio  Aramu

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